
La rete dei servizi è costituita da Centri di salute mentale, centri diurni e strutture residenziali. Nel 2015 il Sism ha rilevato i dati sull’attività di 1.246 servizi territoriali, 2.271 strutture residenziali e 908 strutture semiresidenziali che si riferiscono a circa l’83% dei Dipartimenti di salute mentale. In totale in Italia l’offerta per posti letto in degenza ordinaria è di 10,51 ogni 100.000 abitanti maggiorenni. In entrambi i sessi sono meno numerosi i pazienti sotto i 25 anni (28,5%), mentre la più alta concentrazione si ha tra i 35 e 44 anni e 45 e 54 anni, soprattutto nei maschi. Le femmine sono di più nella fascia d’età superiore ai 75 anni (12,4% contro il 7,7% nei maschi).
A livello di disturbi ci sono differenze legate al sesso: quelli schizofrenici sono più frequenti nei maschi (36,2 per 10.000 abitanti contro i 25,9 delle femmine), così come quelli di personalità, da abuso di sostanze e ritardo mentale. Nelle donne invece sono più frequenti i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. Per questi ultimi il tasso di utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello di sesso maschile (47,3 contro i 26,6 per 10mila abitanti dei maschi).
Complessivamente la patologia più frequente è la depressione (16.3 casi su 10.000 abitanti), seguita dalle sindromi nevrotiche e psicosomatiche (10,6 casi su 10.000), dalla schizofrenia e altre psicosi funzionali (6,10). Nel 2015 sono state erogate oltre 10 milioni di prestazioni dai servizi territoriali, con una media di 13,5 per utente. Circa il 75,9% degli interventi è stato fatto in sede, l’8,0% a domicilio e il resto in una sede esterna.
Il costo medio annuo per residente dell’assistenza psichiatrica, territoriale e ospedaliera, è stato di 73,8 euro. Le unità operative psichiatriche pubbliche hanno potuto contare nel 2015 su 29.260 dipendenti, di cui il 16,9% medici, il 7,6% psicologi, il 45,8% infermieri, il 10,6% operatori socio-sanitari, 6,5% educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica, e il 4,4% assistenti sociali.
