Costruire una sanità pubblica più integrata, sostenibile e vicina ai cittadini, capace di coniugare assistenza sanitaria e sociale, innovazione organizzativa e valorizzazione dei territori: sono stati questi i temi al centro delle celebrazioni per il trentennale di Federsanità, che si sono appena concluse a Roma, nelle storiche Corsie Sistine di Borgo Santo Spirito in Sassia. Due giornate di confronto tra istituzioni, professionisti del Servizio sanitario nazionale, amministratori locali e rappresentanti delle autonomie territoriali, dedicate a ripensare il futuro della sanità pubblica italiana attraverso la lente dell’integrazione socio-sanitaria.
Schillaci: “Solo con l’integrazione si costruisce una sanità più moderna e vicina ai cittadini”
Nel suo intervento, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha definito l’anniversario “un’occasione preziosa per riflettere sulla portata dei cambiamenti demografici, epidemiologici e sociali di questi trent’anni e sulla capacità del sistema sanitario di innovarsi”. “Federsanità – ha detto – ha saputo farsi promotrice di percorsi innovativi per il Servizio sanitario nazionale, grazie all’ascolto dei territori e alla prossimità con i cittadini. È investendo sulle politiche di integrazione che possiamo rendere il nostro sistema più efficiente, più sostenibile e più vicino alle persone”. Il ministro ha inoltre ricordato alcune esperienze significative, come il progetto CCM sulla donazione di organi e le iniziative avviate nel Sud sullo scompenso cardiaco e sull’aderenza terapeutica, esempi di come la casa stia diventando sempre più il luogo di cura.
“Abbiamo superato il target previsto dal PNRR sulle cure domiciliari – ha sottolineato – e investito risorse per potenziare le Case della Comunità. Ma servono visione, strategia e collaborazione tra i diversi attori del sistema”.
D’Alba: “Una nuova narrazione per la sanità pubblica”
“Celebrare trent’anni di Federsanità – ha affermato il presidente Fabrizio D’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma – significa riconoscere il valore di un’intuizione che ha saputo anticipare i tempi, quella di mettere in relazione sanità e territorio, istituzioni e comunità”. Oggi, ha aggiunto, “abbiamo il dovere di costruire una nuova narrazione della sanità pubblica, centrata sulla persona e sull’innovazione organizzativa. Da questi due giorni nasce una roadmap per il futuro del Servizio sanitario nazionale”.
Rocca: “L’integrazione sociosanitaria è la madre di tutte le sfide”
Presente ai lavori anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha ricordato come “l’integrazione sociosanitaria sia la madre di tutte le sfide”. “La vera partita della sanità si gioca sui territori – ha dichiarato – dove le politiche devono tradursi in servizi concreti. Federsanità è oggi un punto di riferimento per chi amministra e costruisce sanità a livello locale: un laboratorio di dialogo tra sindaci e direttori generali, dove la complessità quotidiana diventa proposta e le esperienze locali diventano politiche nazionali”. Rocca ha poi invitato a concentrarsi su una “spesa buona”, quella capace di rispondere ai bisogni reali, e ha ribadito che “l’accordo con i medici di medicina generale farà la differenza, perché il loro ruolo nelle Case e negli Ospedali di Comunità sarà determinante”.
Manfredi: “Un modello basato su prossimità ed equità”
Il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi ha posto l’accento sulla necessità di costruire un modello sanitario più radicato nei territori. “Viviamo una fase di grande trasformazione – ha spiegato – con una popolazione più anziana, nuovi bisogni e forti disuguaglianze sociali. Serve un sistema che prenda in carico le persone, basato su prossimità ed equità. Oggi troppe fasce della popolazione faticano ad accedere ai servizi sanitari”. Secondo Manfredi, “solo un’alleanza tra Comuni, Regioni e Governo centrale può costruire un modello capace di adattarsi alle diverse realtà del Paese e di integrare davvero i servizi sociali e sanitari”.
Cicchetti: “Ricollegare sanità e sociale è la chiave del futuro”
Anche il commissario straordinario di Agenas, Americo Cicchetti, ha ricordato come la storia di Federsanità sia “una storia di integrazione e lungimiranza”. “La Federazione è nata per connettere sanità e sociale – ha detto – e oggi, con l’attuazione del DM 77, stiamo completando quel percorso. Le risorse ci sono, anche se potrebbero essere maggiori, ma ciò che conta è come le utilizziamo. Il management può dare un contributo decisivo alla sostenibilità del sistema: è qui che si gioca il futuro”.
Zaffini: “Dopo trent’anni di parole, è tempo di agire”
Un richiamo alla concretezza è arrivato dal presidente della Commissione Affari sociali, sanità e lavoro del Senato, Francesco Zaffini: “Abbiamo speso male gli ultimi trent’anni, spesso riempiendo le orecchie di slogan senza reali risultati. Ora è il momento di agire”. Zaffini ha annunciato l’avvio dei LEP sociali, i livelli essenziali delle prestazioni sociali, “una svolta paragonabile all’introduzione dei LEA sanitari”. “La norma – ha spiegato – va ora riempita di contenuti e resa operativa, e Federsanità sarà il nostro primo interlocutore, perché riunisce tutti i soggetti chiave di questa trasformazione”.
Una rete tra sanità e territori
Fondata nel 1995 su iniziativa di Anci, Federsanità è oggi una rete che unisce Comuni e Aziende sanitarie e ospedaliere, con l’obiettivo di rendere i servizi più integrati, prossimi ed efficienti.
Durante le due giornate, spazio anche ai tavoli di lavoro tematici – su leadership, innovazione, fragilità, sostenibilità, prossimità e linguaggi della comunicazione, che hanno prodotto le prime linee guida per il futuro dell’integrazione. A concludere i lavori un’intervista di Luciano Fassari, direttore di Quotidiano Sanità, al Presidente D’Alba e un confronto tra i Presidenti regionali di Federsanità.
I.F.