Investing for Healthy Ageing, MSD riunisce esperti e istituzioni: “Serve un cambio di rotta sulla prevenzione”

In un’Italia sempre più anziana, con il 24,7% della popolazione già oggi over 65 e una proiezione al 34% entro il 2043, è fondamentale puntare sulla prevenzione per poter garantire non solo più anni di vita, ma anni di vita vissuta in buona salute. Le strategie per affrontare l’invecchiamento in salute della popolazione sono state al centro di “Investing for Healthy Ageing”, evento promosso da MSD, che si è svolto mercoledì 15 ottobre a Roma presso Associazione Civita e che ha coinvolto istituzioni, società scientifiche, clinici, economisti e associazioni dei pazienti e della società civile.

La discussione si è concentrata con particolare attenzione sulla fragilità dell’anziano, sulla prevenzione delle patologie evitabili tramite le strategie di immunizzazione e sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.

Italia Paese longevo o “anziano”?
I dati ISTAT evidenziano come l’Italia sia tra i Paesi più anziani al mondo. La combinazione di un calo costante delle nascite e un’aspettativa di vita elevata – oggi pari a 83,4 anni – comporta uno squilibrio crescente tra popolazione attiva e pensionati.

Se l’Italia ha una delle aspettative di vita più elevate al mondo, quella in buona salute è di 60 anni per gli uomini e 57 per le donne con un elevato divario regionale. Questo andamento mette sotto pressione il sistema pensionistico, previdenziale e sanitario e richiede urgentemente l’implementazione di politiche pubbliche centrate sull’invecchiamento attivo, definito dall’OMS come “il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita con l’avanzare dell’età”.

Vaccinazione, scelta di salute per la popolazione adulta e anziana
Il dibattito ha posto particolare enfasi sul tema delle coperture vaccinali nella popolazione adulta e anziana; una pratica che non riesce ancora ad affermarsi completamente. A fronte di un obiettivo minimo del 75% per la vaccinazione antinfluenzale, i dati aggiornati ad agosto 2025 mostrano una copertura ferma al 52,5% (nella popolazione anziana) e al 19,6% nella popolazione generale.

Non si dispone di informazioni certe sulle coperture vaccinali nella popolazione adulta per le vaccinazioni anti-pneumococcica e anti-herpes zoster, ma – secondo i dati raccolti da alcune Regioni – le percentuali sono molto basse, nonostante la ricerca scientifica fornisca oggi strumenti di ultima generazione, che garantiscono una protezione più ampia ed efficace per la popolazione adulta e anziana contro patologie che causano complicanze gravi, ospedalizzazioni e mortalità. Investire oggi nella salute degli adulti e anziani – come dimostrano molti studi – non è solo un dovere etico, ma una scelta strategica per garantire sostenibilità economica e coesione sociale.

La Prevenzione per migliorare la vita delle persone. Serve un cambio di rotta
Investing for Healthy Ageing” è stato anche il momento in cui gli attori principali delle istituzioni, della politica, del mondo scientifico e della società civile si sono potuti confrontare su un tema importante di Sanità pubblica. Insieme hanno lanciato l’idea di portare avanti, da oggi, un appello volto al Governo e alle Istituzioni per riconoscere concretamente la centralità della Prevenzione come pilastro imprescindibile per migliorare la vita delle persone, garantire un invecchiamento in salute e quindi la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e dell’intero Paese.

Ad oggi le risorse per la prevenzione non sembrano sufficienti e per questo serve un cambio di rotta. Il gruppo di lavoro di “Investing for Healthy Ageing” ha identificato nella prossima Legge di Bilancio l’opportunità di incrementare il fondo per la prevenzione di almeno un punto percentuale rispetto all’attuale 5% e superare, per la prima volta, la logica della spesa per Immunizzazione e Screening come “spesa corrente”, riconoscendola come investimento strategico e prioritario, al pari della difesa, nell’ambito del nuovo quadro di governance europea.

Questa posizione è oggi largamente condivisa nel dibattito parlamentare e istituzionale, come dimostrano le risoluzioni di maggioranza approvate da Camera e Senato in sede di esame del Documento di Economia e Finanza 2025. Queste risoluzioni, votate lo scorso aprile, impegnano il Governo a “valutare l’adozione di misure di sostegno per la prevenzione sanitaria, con particolare riferimento all’immunizzazione e allo screening”.

L’impegno dell’industria farmaceutica
“MSD Italia, insieme al resto dell’industria farmaceutica, è fortemente impegnata nel promuovere la prevenzione come leva strategica per la sostenibilità del sistema salute – sottolinea Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata, MSD Italia – Investiamo costantemente in innovazione, ricerca e sviluppo di soluzioni vaccinali all’avanguardia, fondamentali per proteggere la popolazione e prevenire malattie evitabili”.

“Come dichiarato dal Ministro della Salute – continua Luppi – per garantire la sostenibilità del SSN è necessario aumentare la quota del FSN dedicato alla Prevenzione ed è auspicabile che i vaccini e gli screening siano considerati dal punto di vista della finanza pubblica un investimento e non una spesa. È stato dimostrato in uno studio dell’Office of Health Economics che il ROI della vaccinazione dell’adulto è fino a 19€ per ogni euro speso. Come MSD e con la certificazione del Ministero, portiamo avanti campagne di comunicazione mirate, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sull’importanza della prevenzione e della vaccinazione in ogni fase della vita. Crediamo che informare e sensibilizzare sia parte integrante della nostra responsabilità sociale”.

Conclude l’AD di MSD Italia: “Solo attraverso un’azione congiunta tra pubblico e privato possiamo costruire un futuro in cui la salute sia davvero un diritto garantito, e non un privilegio. Dobbiamo tutti insieme chiedere con determinazione che a pieno titolo la prevenzione, a cominciare dall’immunizzazione e dagli screening, sia scorporata dal calcolo della spesa corrente per raggiungere l’obiettivo del 3%/PIL, come giustamente perseguito dal nostro Ministro dell’Economia, per raggiungere già dal 2026 il target richiesto dall’Europa. Solo così potremo contribuire a un invecchiamento in salute garantendo sostenibilità al Sistema Paese.” .

Azioni concrete per una longevità sana
“L’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo, ma questo primato nasconde una realtà preoccupante: gli ultimi anni di vita sono spesso vissuti in condizioni di cattiva salute- aggiunge Michele Conversano, Presidente Happy Ageing – È qui che si apre la vera sfida. Non basta vivere a lungo, bisogna vivere bene. Per invertire il trend servono azioni concrete e una strategia di longevità sana che parta ben prima della vecchiaia. La prevenzione deve diventare centrale nelle politiche sanitarie, con investimenti mirati, continui e strutturati. In particolare, è urgente dare priorità alla vaccinazione dell’adulto e dell’anziano, ancora troppo trascurata nell’agenda politica. Promuovere la salute durante tutto l’arco della vita significa non solo migliorare la qualità della vita dei cittadini, ma anche rendere il nostro sistema sanitario più sostenibile ed efficiente”.

Le minacce per la salute pubblica
“Le patologie causate da pneumococco rappresentano una significativa minaccia per la salute pubblica, soprattutto nella popolazione adulta e anziana, dove il rischio di complicanze gravi è elevato – evidenzia Giancarlo Icardi, Professore Ordinario Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Genova – Negli ultimi anni, data l’evoluzione dei sierotipi circolanti nell’età adulta, si è reso necessario lo sviluppo di vaccini anti-pneumococcici che garantiscano la più ampia e specifica protezione verso questi sierotipi che sono oggi responsabili di malattie gravi come le polmoniti e le meningiti da pneumococco. È essenziale garantire quanto prima l’accesso a queste soluzioni innovative a tutta la popolazione adulta e anziana, come ha fatto la Regione Liguria con un programma vaccinale avanzato, che rappresenta un modello da seguire a livello nazionale per migliorare la prevenzione e tutelare la salute pubblica.”

Prevenzione e vaccinazione pilastri fondamentali
“La prevenzione e la vaccinazione rappresentano pilastri fondamentali per garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari regionali nel lungo periodo – aggiunge Marco Alparone, Coordinatore della Commissione Affari Finanziari, Conferenza delle Regioni – La Conferenza delle Regioni svolge un ruolo cruciale nel dialogo con il Governo per definire politiche condivise ed efficaci in questo ambito. La Lombardia, grazie alla disponibilità di dati avanzati e a coperture vaccinali tra le più alte in Italia, si propone come un vero e proprio laboratorio d’Europa”.

“Misurare le performance del sistema per stimare i benefici – non solo economici – degli investimenti in prevenzione – conclude Alparone – consente di sviluppare un modello di riferimento, misurabile e programmabile, che potrà guidare un cambio di paradigma necessario anche a livello europeo, verso sistemi sanitari più efficienti, resilienti e orientati alla salute pubblica.”

Vaccinare su scala regionale
“L’organizzazione regionale è un elemento chiave per garantire coperture vaccinali elevate con strategie diversificate nell’adulto rispetto a quelle pediatriche – commenta Francesca Russo, Responsabile del Coordinamento Interregionale della Prevenzione – In particolare, per la vaccinazione anti-pneumococcica, il modello veneto rappresenta un esempio virtuoso, grazie a coperture vaccinali elevate ottenute attraverso una strategia di chiamata attiva sulla coorte target, il coinvolgimento diretto dei Medici di Medicina Generale e campagne di comunicazione efficaci e mirate. Questa integrazione tra servizi sanitari, professionisti e cittadini dimostra come un approccio coordinato e ben strutturato possa aumentare significativamente la prevenzione e tutelare la salute della popolazione adulta e anziana. È fondamentale replicare e valorizzare queste buone pratiche in altre regioni per raggiungere obiettivi di copertura sempre più ambiziosi.”

Rafforzare la cultura della Prevenzione
“Riconosco l’importanza cruciale di rafforzare la cultura della prevenzione, con un focus particolare sulla vaccinazione in età adulta, dove le coperture rimangono ancora al di sotto delle aspettative – aggiunge il Sen. Guido Quintino Liris, Commissione Bilancio, Senato della Repubblica – Come medico e senatore, mi sento in dovere di promuovere iniziative di prevenzione e programmi efficaci e capillari. Raggiungere i cittadini con campagne di comunicazione chiare, trasparenti e mirate, capaci di rispondere ai loro bisogni informativi e di superare eventuali resistenze é essenziale. Solo attraverso un’azione integrata e costante potremo tutelare la salute della popolazione adulta, ridurre l’impatto delle malattie prevenibili e promuovere un invecchiamento sano, attivo e consapevole”

L’integruppo parlamentare per l’Invecchiamento Attivo
“L’Intergruppo parlamentare per l’Invecchiamento Attivo nasce con l’obiettivo di promuovere una visione nuova e integrata dell’età che avanza, in cui l’anzianità non sia percepita come tempo di declino o isolamento, ma come un momento in cui è ancora possibile sentirsi parte viva e protagonista della società – afferma l’on. Paolo Ciani, Presidente Intergruppo parlamentare Invecchiamento Attivo – Gli anziani sono una risorsa per il nostro tessuto sociale, non un problema di difficile gestione; eppure si tende a visualizzare l’anziano esclusivamente secondo una prospettiva sanitaria e assistenziale. È necessario un nuovo approccio che riporti il valore della persona al centro: per farlo servono politiche lungimiranti, inclusive e sostenibili. L’impegno dell’Intergruppo è quello di portare questi temi al centro del dibattito parlamentare, per costruire un futuro che rispetti la dignità e il ruolo delle persone in ogni fase della vita.”

Trasformare l’invecchiamento in un elemento di forza
“I dati aggiornati confermano una crescita costante della popolazione over 65: al 1° gennaio 2025 il 24,7% della popolazione ha più di 65 anni e, secondo le previsioni ISTAT, la quota salirà al 34,6% entro il 2050 – è il commento di Roberta Crialesi, Dirigente Servizio Sistema integrato Salute, assistenza e previdenza, ISTAT – Questo fenomeno si accompagna a un divario crescente tra aspettativa di vita e anni vissuti in buona salute o in piena autonomia. A ciò si aggiunge un mercato del lavoro con sempre più lavoratori anziani, meno giovani attivi e un carico crescente su welfare e sistemi sanitari. Questo scenario ha implicazioni dirette sulla produttività, sull’organizzazione dell’assistenza e sulla sostenibilità intergenerazionale. Diventa quindi prioritario adottare politiche strutturate che trasformino l’invecchiamento in un elemento di forza, valorizzando il contributo degli anziani alla società e promuovendo un approccio integrato tra salute, lavoro e inclusione sociale.”

La “governance” dell’invecchiamento
“Nella società di oggi sta cambiando profondamente la percezione dell’essere anziani: si vive più e si rimane attivi più a lungo, e si rifiuta l’idea di una vecchiaia passivo – osserva Ketty Vaccaro, Responsabile Area Ricerca Biomedica e Salute, Censis – In questo contesto, il valore della salute si conferma centrale, non solo come condizione fisica, ma come chiave sociologica e culturale per una longevità di qualità. Essere e mantenersi in salute è addirittura la condizione essenziale per vivere una terza età non connotata negativamente da un punto di vista della percezione individuale e collettiva. Perché la salute diventa il presupposto per l’autonomia, la partecipazione sociale, la progettualità individuale anche nelle età più avanzate. Per questo è fondamentale investire su di essa, in termini di prevenzione, accesso alle cure e promozione di stili di vita sani. Mettere la salute al centro delle politiche per l’invecchiamento significa riconoscere e valorizzare il ruolo attivo degli anziani nella società, costruendo modelli più inclusivi e sostenibili, imprescindibili in una società che invecchia al ritmo della nostra.”

“L’attuale quadro di governance economica europea offre nuove opportunità per aumentare gli investimenti nella prevenzione sanitaria, sfruttando margini di flessibilità prima non disponibili – sottolinea Massimo Bordignon, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano- I dati mostrano chiaramente come l’immunizzazione rappresenti un investimento strategico: non solo migliora la produttività grazie a una popolazione più sana e attiva, ma riduce anche le spese future, diminuendo il fabbisogno complessivo di cure e assistenza sanitaria. Questo duplice effetto positivo rafforza la sostenibilità dei sistemi sanitari e contribuisce alla crescita economica. È quindi essenziale orientare le politiche pubbliche verso una maggiore valorizzazione della prevenzione, considerandola non come costo, ma come pilastro per un futuro più sostenibile.”

“Le evidenze scientifiche sono fondamentali per orientare le priorità nelle politiche di prevenzione – aggiunge Enrico Di Rosa, Presidente SITI -Investire nelle vaccinazioni, con particolare attenzione a quelle rivolte alla popolazione adulta, è una strategia che si basa su dati solidi che dimostrano una significativa riduzione dell’incidenza delle malattie, delle ospedalizzazioni e dei costi correlati. Questi risultati confermano come la vaccinazione rappresenti non solo una misura di tutela della salute individuale e collettiva, ma anche un investimento con un chiaro ritorno economico per il sistema sanitario. È quindi essenziale consolidare e potenziare le strategie vaccinali, per garantire un’efficace prevenzione e sostenere la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

Il ruolo del MMG nella pratica della vaccinazione
“Il Medico di Medicina Generale svolge un ruolo centrale nella vaccinazione dell’adulto, rappresentando il primo punto di riferimento per una prevenzione vaccinale personalizzata a tutela della salute della popolazione – afferma Tommasa Maio, Responsabile Area Vaccini, FIMMG – La vaccinazione anti-pneumococcica può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno ed è quindi possibile prevedere una programmazione che consenta la somministrazione “de-stagionalizzata”. Ma, al contempo, la co-somministrazione del vaccino anti-pneumococcico insieme a quello anti-influenzale è una strategia efficace per aumentare le coperture vaccinali e migliorare la protezione, al momento solo negli over 60. In vista dell’aggiornamento del Calendario Vaccinale, sarebbe quindi opportuno allineare l’offerta gratuita della vaccinazione anti-pneumococcica a partire dai 60 anni di età, come già avviene per l’influenza. Un passo decisivo per rafforzare la prevenzione e ridurre l’impatto delle malattie respiratorie nelle fasce di popolazione più a rischio.”

“La formazione continua del Medico di Medicina Generale è fondamentale affinché possa essere protagonista della prevenzione di prossimità, sfruttando il rapporto fiduciario consolidato con i propri pazienti – sottolinea Alessandro Rossi, Presidente SIMG -Il Medico di Medicina Generale rappresenta infatti la figura chiave per informare, sensibilizzare e guidare i cittadini verso scelte consapevoli in ambito preventivo. Parallelamente, è indispensabile promuovere campagne di comunicazione mirate, che sappiano trasmettere in modo chiaro la percezione del rischio legato alle malattie prevenibili e l’importanza di aderire alla vaccinazione. Solo combinando competenze aggiornate e una comunicazione efficace potremo contrastare l’esitazione vaccinale, aumentare le coperture vaccinali e migliorare la salute pubblica, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione”.

Il contributo dei farmacisti
“Le farmacie e i farmacisti rappresentano uno degli snodi fondamentali della rete vaccinale, confermandosi protagonisti nella promozione e somministrazione delle vaccinazioni, in particolare per gli adulti – aggiunge Michele Pellegrini Calace, Segretario Nazionale, Federfarma – Il loro contributo è stato decisivo durante la campagna vaccinale anti-Covid e continua ad esserlo anche per quella antinfluenzale, con risultati concreti sul territorio. Federfarma è pronta a mettere a disposizione competenze e strutture anche per incrementare le coperture vaccinali anti-pneumococciche, in linea con quanto previsto dal DDL Semplificazioni-bis. Estendere i modelli sperimentali già avviati in regioni come Marche e Lombardia significa avvicinare ulteriormente i cittadini alla prevenzione, migliorando l’accessibilità e l’efficacia delle campagne vaccinali.”

La voce delle advocacy
“La salute e la prevenzione sono elementi centrali per garantire un invecchiamento in salute, dignitoso e attivo – commenta Valeria Fava, Responsabile Coordinamento delle Politiche per la Salute, Cittadinanzattiva – Come Cittadinanzattiva, crediamo che promuovere l’equità in salute significhi assicurare a tutte le persone anziane un accesso omogeneo ai servizi sanitari e di prevenzione, come le vaccinazioni, indipendentemente dal territorio in cui vivono. I cittadini hanno diritto a un sistema sanitario più giusto, inclusivo e orientato alla prevenzione, non solo alla cura. È fondamentale investire in comunicazione chiara, capillare e mirata, e soprattutto nell’ascolto dei bisogni reali delle persone, spesso invisibili nelle politiche pubbliche”.

Agire ora per favorire l’invecchiamento attivo
“L’invecchiamento demografico, unito alla diminuzione della popolazione in età attiva (15-64 anni), rappresenta una sfida profonda per il nostro Paese – conclude Giampaolo Galli, Direttore Scientifico Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano – Gli effetti si riflettono su lavoro, produttività e, soprattutto, sulla sostenibilità del sistema di welfare. In assenza di interventi, il peso sulle generazioni future rischia di diventare insostenibile. Per questo è necessario mettere in atto politiche lungimiranti che favoriscano l’invecchiamento attivo, valorizzando le competenze e l’esperienza degli over 60. Un approccio di questo tipo non solo migliora la qualità della vita dei singoli, ma genera benefici economici e sociali per l’intera collettività. Agire ora significa costruire una società più equa, resiliente e capace di affrontare i cambiamenti demografici con responsabilità e visione.”

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