Non una singola giornata, ma l’inizio di un percorso di salute condiviso. Con questo spirito la Fondazione Consulcesi, in collaborazione con FIMMG Roma, con il patrocinio della Regione Lazio e il contributo non condizionante di Merck, ha lanciato la “Campagna di Prevenzione TSH – Focus Ipotiroidismo”, un’iniziativa che mette al centro la diagnosi precoce e la prossimità della cura, presentata in una conferenza stampa prezzo la Sala Tevere della Regione Lazio. Il primo appuntamento è fissato per il 24 ottobre 2025 a Roma, davanti alla sede della Regione Lazio: per l’intera giornata, medici e infermieri saranno a disposizione dei cittadini e dei dipendenti regionali nell’Unità Mobile “Salute e Inclusione” della Fondazione Consulcesi e in un gazebo dedicato per offrire screening e consulenze gratuite.
“La Fondazione Consulcesi, grazie alla sua unità mobile, è da anni impegnata in attività di screening per facilitare l’accesso alla salute dei cittadini più vulnerabili – spiega Simone Colombati, presidente della Fondazione -. In questo caso abbiamo voluto affrontare il tema delle patologie tiroidee, perché i dati sono allarmanti: si stima che oltre sei milioni di italiani ne siano affetti, un numero in costante aumento, fino al 10% ogni anno.” Colombati sottolinea come la prevenzione debba partire dal territorio: “Bisogna agire prima che la malattia emerga, andando incontro alle persone nei luoghi della quotidianità. Il nostro impegno è portare la salute fuori dagli ospedali, perché la prevenzione non è un privilegio ma un diritto”.
A sostenere il progetto anche la Regione Lazio, che punta sulla costruzione di reti dedicate alle principali patologie croniche. “La Regione – spiega Fabio De Lillo, responsabile del Coordinamento attività strategiche spesa farmaceutica della Regione Lazio – ha creato delle reti cliniche multidisciplinari per gestire le malattie croniche, inclusi i disturbi della tiroide. Investire in prevenzione significa risparmiare in cure, ridurre ricoveri, liste d’attesa e accessi ai pronto soccorso. Per questo promuoviamo campagne di informazione e prevenzione capillari, coinvolgendo Asl, medici di famiglia, farmacie e pediatri”.
A illustrare l’aspetto operativo dell’iniziativa è Alessandro Falcione, coordinatore dell’Unità Mobile “Salute e Inclusione” della Fondazione Consulcesi e medico di famiglia FIMMG Roma: “Il 24 ottobre sarà la prima giornata di screening, ma seguiranno molte altre tappe in diverse sedi per raggiungere un pubblico sempre più ampio. Il cittadino potrà recarsi all’unità mobile per misurare la pressione arteriosa, compilare un questionario e, in base ai risultati, effettuare un test di quantificazione del TSH su sangue capillare. Il medico di bordo valuterà poi i dati e indirizzerà il paziente verso eventuali approfondimenti diagnostici”. Falcione precisa anche che la campagna non punta a uno screening di massa indistinto, ma a una stratificazione del rischio: “Non serve testare tutti, ma individuare i soggetti a rischio e concentrare gli sforzi su di loro, per dare valore ai risultati ed evitare esami inutili”.
“L’ipotiroidismo è una malattia di cui sappiamo molto, ma non abbastanza – afferma Riccardo Pofi, tesoriere del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) –. Riguarda circa il 10% della popolazione, ma altrettanti convivono con la malattia senza saperlo. Le campagne di prevenzione e il dialogo tra società scientifiche, medici ospedalieri e del territorio sono essenziali per individuare i fattori di rischio e diagnosticare prima la patologia”. L’obiettivo, aggiunge Pofi, è una ‘prevenzione intelligente’: “Dobbiamo identificare i soggetti realmente a rischio, indirizzarli verso percorsi mirati e ottimizzare le risorse del Servizio sanitario. La prevenzione deve essere personalizzata, fondata sui dati e sostenibile”.
“L’ipotiroidismo è una delle disfunzioni endocrine più diffuse al mondo – spiega Antonio Spada, referente regionale AME Lazio e endocrinologo dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata –. In Italia la prevalenza è intorno al 4%, ma sale fino al 9% considerando anche le forme subcliniche. Molti casi restano sommersi per la scarsa specificità dei sintomi iniziali”. Spada ricorda che non serve uno screening universale, ma mirato: “Devono sottoporsi a controllo donne sopra i 35-40 anni con familiarità, pazienti con malattie autoimmuni, donne in gravidanza o con aborti ripetuti, chi assume farmaci interferenti con la tiroide. Tuttavia, la consapevolezza resta bassa soprattutto tra i giovani e gli uomini. Campagne come questa aiutano a riconoscere segnali subdoli – stanchezza, variazioni di peso, disturbi del sonno o dell’umore – e a intervenire prima”.
Il sostegno alla campagna arriva anche dal mondo dell’industria. “Per noi di Merck è un grande orgoglio essere al fianco di questa iniziativa – afferma Ramón Palou de Comasema, Presidente e Amministratore Delegato Healthcare di Merck Italia. L’ipotiroidismo colpisce più di sei milioni di italiani, ma in tanti non sanno di esserne affetti. Ha un impatto profondo sulla vita delle persone e delle loro famiglie, soprattutto delle donne, in cui la prevalenza è cinque volte superiore rispetto agli uomini. Investire nella diagnosi precoce è un investimento nel futuro, perché prevenire è il modo più efficace per tutelare la salute dei cittadini e il sistema Paese”.
La campagna “Focus Ipotiroidismo” diventa così un modello di sinergia tra pubblico, privato e società scientifiche. Un’alleanza che valorizza il ruolo delle istituzioni, della medicina territoriale e dell’industria nel costruire percorsi di salute sostenibili e vicini alle persone. Perché, come ricordano i promotori, la prevenzione non è solo una pratica clinica: è una cultura. Una cultura che comincia dall’ascolto del corpo, dalla consapevolezza e dalla prossimità della cura.