Nel corso della 14ª edizione dei Bandi Gilead – Fellowship e Community Award Program – sono stati premiati 63 progetti che, grazie ai fondi stanziati, prenderanno vita nei prossimi 12 mesi. Degli oltre 1,3 milioni di euro messi a disposizione quest’anno, una parte sosterrà i 32 progetti del Fellowship Program, dedicato a iniziative medico-scientifiche nelle aree di HIV, colangite biliare primitiva (CBP), oncologia (carcinoma mammario) ed ematologia (leucemie e linfomi). L’altra parte finanzierà i 31 progetti del Community Award Program, presentati da associazioni di pazienti ed enti del Terzo settore nelle stesse aree di intervento.
Sinergia pubblico-privato per premiare l’innovazione
“La ricerca medica ha portato negli ultimi decenni a risultati straordinari: in Italia l’aspettativa di vita è aumentata di dieci anni dal 1970 ad oggi. Tuttavia viviamo in un periodo di diffidenza verso la scienza, e per questo dobbiamo difendere la ricerca e comunicarne il valore”, ha commentato il professor Massimo Andreoni, Direttore UOC Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma, Presidente della Commissione giudicatrice del Fellowship Program e Commissario per l’area HIV 2025. “La sinergia pubblico-privato è fondamentale: le istituzioni da sole non riescono a sostenere la ricerca, serve collaborazione con l’industria e con tutti gli attori del sistema salute”.
Alcuni dei progetti ricorrono all’intelligenza artificiale e alla medicina di precisione per aprire nuove strade nella diagnosi e nelle cure del tumore al seno. Sono state premiate iniziative che creano originali percorsi di assistenza con al centro la persona con leucemie e linfomi con il suo vissuto, la sua dignità e i suoi bisogni. O che mirano a offrire un supporto alle donne con carcinoma mammario. Iniziative che spesso parlano anche ai caregiver di chi è colpito da una malattia grave o progetti che prevedono il miglioramento dei percorsi di diagnosi e cura per i pazienti con Colangite Biliare Primitiva, alcuni dei quali con un’attenzione specifica sulle donne, che spesso sono le più esposte a questa patologia. Infine, programmi per educare alla prevenzione e moltiplicare le occasioni di prevenzione, soprattutto nell’area dell’HIV e delle infezioni sessualmente trasmesse, rivolti alle persone più a rischio.
Migliorare la qualità della vita delle persone con HIV
Il professor Andrea Gori, Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Ospedale “L. Sacco” e dell’Università degli Studi di Milano, ha presentato i progetti sviluppati dal suo gruppo di lavoro grazie al Fellowship Program. “Grazie ai bandi siamo riusciti a portare avanti iniziative legate non solo alla malattia ma anche alla qualità di vita delle persone”, ha spiegato.
Uno degli esempi più significativi riguarda il tema della coinfezione HIV-tumori: “È un ambito di cui si parla ancora troppo poco, ma che rappresenta una sfida cruciale. Oggi i pazienti con HIV che sviluppano un tumore incontrano molte difficoltà nell’essere seguiti in maniera adeguata. Con il progetto sostenuto abbiamo potuto creare un Cancer Center dedicato, capace di offrire un percorso di cura vicino e personalizzato”. Gori ha anche sottolineato l’importanza dei progetti mirati a semplificare la quotidianità delle persone che vivono con HIV, migliorando l’accessibilità ai farmaci e ai servizi di prossimità: “È fondamentale che un paziente possa ritirare i farmaci nella casa di comunità sotto casa o fare gli esami nel laboratorio più vicino. Si tratta di iniziative che incidono concretamente sulla qualità della vita”.
Tumori ginecologici: svelare il tabù della sessualità
A contribuire alla salute della collettività sono anche le Associazioni di pazienti, con un ruolo complementare a quello della ricerca e che il Community Award Program punta a sostenere come emerge dai progetti finanziati quest’anno.
Per Annamaria Motta, presidente di ACTO Sicilia, il sostegno dei bandi ha significato la possibilità di dare voce a un tema spesso taciuto: la sessualità delle donne con tumori ginecologici. “Il progetto Togli il velo ha lo scopo di affrontare un tabù che pesa enormemente sulla qualità della vita delle pazienti. Nel 2022, grazie a un’indagine, ci siamo accorte che le donne chiedevano aiuto su questo aspetto, ma non trovavano ascolto né da parte dei medici né, spesso, all’interno della coppia”. Il progetto ha creato gruppi di mutuo aiuto e percorsi di consulenza psicologica e sessuologica rivolti sia alle pazienti sia ai loro partner. “La condivisione è stata fondamentale: aiuta a non sentirsi sole e ad abbattere i muri che spesso si creano nella relazione”.
Imparare l’empatia
Chiara Tuscano, di AIL Onlus Nazionale, ha raccontato invece il progetto Conversazioni difficili, nato per aiutare i professionisti della salute a comunicare meglio con i pazienti. “I medici hanno competenze tecniche straordinarie, ma spesso non dispongono degli strumenti adeguati per affrontare il dialogo con chi si trova in una condizione di fragilità. Le parole, invece, sono fondamentali: saper ascoltare e saper spiegare significa migliorare l’aderenza alle cure e la qualità della vita”. Il progetto, sostenuto da Gilead, ha previsto giornate di formazione residenziale ed esperienziale, con gruppi ristretti di medici e infermieri. “Non si tratta di lezioni teoriche – ha spiegato – ma di veri e propri allenamenti, dove i partecipanti imparano a gestire emozioni, empatia, compassione e distanza professionale”. Entrambe le associazioni hanno ricevuto nuovi fondi quest’anno, per portare avanti altri progetti volti al benessere delle persone affette da tumori.
“Le iniziative premiate al Bando dimostrano la capacità delle organizzazioni di pazienti non solo di intercettare i bisogni reali delle persone colpite da malattie gravi e di chi si prende cura di loro, ma di contribuire, e a volte vicariare iniziative di salute pubblica e di prevenzione, ad esempio nell’area delle malattie infettive”, ha dichiarato la professoressa Guendalina Graffigna, Direttore di EngageMinds HUB all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Commissario unico del Community Award Program.
Un impegno che dura da 25 anni
Con i progetti finanziati quest’anno e nelle 13 edizioni precedenti, i Bandi Gilead hanno sostenuto oltre 700 progetti grazie a investimenti complessivi per più di 18 milioni di euro. “Oltre alla quattordicesima edizione dei bandi, festeggiamo quest’anno anche i 25 anni di presenza di Gilead in Italia. Questi due numeri – 14 e 25 – rappresentano collaborazione, impatto e sinergie”, ha commentato Frederico da Silva, General Manager e Vice President di Gilead Sciences Italia.
“In 25 anni in Italia abbiamo lanciato 24 medicine innovative, collaborato con oltre 154 centri clinici e coinvolto più di 90.000 pazienti. Produciamo farmaci innovativi in Italia in collaborazione con aziende locali, con un investimento che supera i 250 milioni di euro l’anno”.
Da Silva ha concluso: “Gilead Italia è oggi un hub strategico a livello globale, ma tutto ciò non sarebbe possibile senza la collaborazione tra istituzioni, medici, ricercatori, associazioni e pazienti. Solo dall’unione dell’impegno di tutti gli attori del sistema salute possono nascere sinergie capaci di migliorare la salute individuale e collettiva. Il Fellowship e il Community Award Program, da 14 anni, rappresentano strumenti di collaborazione virtuosa che generano ricadute positive e tangibili a livello locale”.