Gliflozine in farmacia, una soluzione che piace a pazienti e produttori

Per i pazienti italiani con Diabete Mellito di Tipo 2, con Scompenso Cardiaco e Malattia Renale Cronica la gestione della patologia è destinata a cambiare. Da alcuni giorni , infatti, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la riclassificazione delle gliflozine – farmaci appartenenti alla classe SGLT2i, impiegati nel trattamento delle tre patologie – nella fascia A dei prodotti rimborsabili acquistabili in farmacia, con l’eliminazione dei piani terapeutici. Non sarà più necessaria la visita specialistica ogni 6-12 mesi per ottenere il rinnovo del farmaco. Una decisione accolta favorevolmente dalle associazioni dei pazienti.

“Accogliamo con grande soddisfazione l’ufficialità del passaggio della classe delle gliflozine alla distribuzione in farmacia territoriale e l’abolizione del piano terapeutico, due decisioni che rappresentano un cambiamento concreto e un momento di svolta atteso da tempo per migliorare la qualità di vita di milioni di pazienti cronici nell’ottica della facilitazione dell’accesso alla terapia – commentano Rossana Bordoni, Presidente di AISC (Associazione Italiana Scompensati Cardiaci), Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia, Massimo Morosetti, Presidente di FIR (Fondazione Italiana del Rene) e Anna Lisa Mandorino, Segretaria Generale Cittadinanzattiva – Per chi convive quotidianamente con condizioni come lo scompenso cardiaco, la malattia renale cronica o il diabete di tipo 2, l’accesso alle terapie è spesso reso difficoltoso da percorsi burocratici complessi e diversi da regione a regione”

“Grazie a queste nuove disposizioni – continuano i portavoce delle associazioni – si compie un passo importante verso una sanità più vicina al paziente, più equa e uniforme sul territorio nazionale. Ci auguriamo che ora le Regioni possano recepire questa importante ridefinizione, eliminando, dove esistono, i piani terapeutici locali. Per i pazienti, i loro caregiver e i cittadini questo significa una riduzione degli spostamenti verso la farmacia, minore attesa, anche per le visite dallo specialista, possibilità di immediato ritiro del prodotto nella farmacia sotto casa e, come conseguenza, un miglioramento della qualità della vita. La prescrivibilità da parte del medico curante, incluso il medico di medicina generale, semplifica e velocizza l’accesso alla terapia, favorendo una presa in carico più efficace e integrata. Ma questo cambiamento non è solo una semplificazione amministrativa: rappresenta un passo avanti verso una gestione più umana e sostenibile delle malattie croniche che tiene conto dei reali bisogni delle comunità dei pazienti e dei cittadini”.

“La semplificazione della prescrivibilità e della distribuzione delle gliflozine –sottolinea Francesca Patarnello, Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca Italia – rappresenta un momento importante che ci avvicina al resto d’Europa. In Italia, per molti anni, l’innovazione nei farmaci destinati a patologie croniche come diabete e BPCO non è stata valorizzata, limitandone l’accesso dei pazienti. Oggi questo cambiamento dimostra la consapevolezza del SSN circa l’importanza di utilizzare precocemente alcune classi di farmaci, come le gliflozine, efficaci non solo nella gestione dei sintomi ma anche nella prevenzione di outcome clinici e nella riduzione dei costi sociali e sanitari”.

“Auspichiamo che una maggiore accessibilità alle terapie e la semplificazione del percorso di cura riducano in parte le disuguaglianze che le persone che convivono con la patologia affrontano quotidianamente – conclude Patarnello  -Con la rimozione dei piani terapeutici si rende il percorso di cura più agevole e veloce alleggerendo il carico burocratico del medico e si semplifica la vita del paziente, mentre con la disponibilità del farmaco presso la farmacia al pubblico, si valorizza il ruolo della rete delle farmacie e si concretizza il concetto di prossimità. Come azienda leader nel settore siamo orgogliosi di aver contribuito alla ricerca di una soluzione a vantaggio dei pazienti e al tempo stesso sostenibile per il sistema e di averlo fatto all’interno di un percorso di ascolto, dialogo e collaborazione”.

 

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