“Siamo il Paese con la popolazione più longeva al mondo – siamo secondi solo al Giappone – e per questo è necessario adottare politiche che rendano questi numeri sostenibili. Invecchiamento della popolazione e sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, infatti, sono due concetti strettamente legati”. Sono le parole di Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, all’inaugurazione della prima edizione dell’evento di Pfizer “FUTURE – Economia, Longevità e Salute”. Per l’occasione, si sono riuniti a Roma, a Palazzo Wedekind, esponenti del mondo politico, accademico, scientifico, industriale e delle associazioni di pazienti, invitati a confrontarsi sulle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dal calo demografico in Italia. Tra i pilastri dell’invecchiamento in buona salute c’è la prevenzione: non è un caso che “il ministro della Salute, Orazio Schillaci – continua Gemmato – abbia dichiarato di voler aumentare gli investimenti in prevenzione di due punti percentuali (dal 5 al 7%)”. Tra i primi obiettivi, rendere accessibili gli screening necessari alla diagnosi precoce delle patologie più diffuse a tutta la popolazione, partendo da quella più a rischio. Altrettanto importante è garantire un accesso altrettanto equo e tempestivo ai farmaci innovativi.
Anche Barbara Capaccetti, Country Medical Directore e Vice Presidente Pfizer ritiene prioritario mettere a disposizione dei pazienti farmaci innovati e, soprattutto, sostenere la ricerca per individuarne di nuovi e più efficaci. “La longevità è, senza dubbio, un segno di progresso – spiega Capaccetti -. Ma se guadagnare anni è importante, lo è ancora di più trascorrerli in buona salute. Per questo, la nostra azienda ha investito e continua ad investire in ricerca per malattie infiammatorie, autoimmuni, in alcune aree della medicina interna, per le vaccinazioni, fino all’oncologia, a cui è destinato circa il 40% dei nostri investimenti. È la ricerca a garantire innovazione e nuovi farmaci per i pazienti: basti pensare che fino a pochi anni fa la prospettiva di vita per chi si ammalava di alcune tipologie di cancro era davvero breve, oggi invece abbiamo a disposizione farmaci che ne consentono la guarigione. Come Industria ci impegniamo nel coniugare le esigenze delle Istituzioni, con quelle del mondo ricerca, delle associazioni dei pazienti e delle società scientifiche”.
“La longevità in buona salute non può prescindere dall’immunizzazione della popolazione adulta, quota oggi preponderante nella nostra società – aggiunge Daniela Bianco, Responsabile Area Healthcare, TEHA Group – . Anche se nei prossimi anni la sua percentuale dovesse diminuire, resterà comunque numericamente rilevante poiché si tratta di quella fetta di popolazione definita ‘attiva’. Di conseguenza adottare delle strategie di immunizzazione efficaci significa anche tutelare la produttività del Paese. È, dunque, non solo una questione di salute, individuale e di comunità, ma anche economica -. Costruire una società longeva in buona salute è indispensabile per non avere squilibri economici insostenibili nel tempo per l’intero sistema economico e sociale del Paese. Per questo serve un cambio di paradigma che metta l’interconnessione tra salute, economia e demografia al centro dell’agenda pubblica, aumentando gli investimenti in prevenzione e innovazione”.
Appare, dunque, necessario ripensare l’equilibrio tra economia, salute e longevità, considerando l’invecchiamento non solo come questione sanitaria, ma come sfida strutturale che incide su welfare, sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e crescita del Paese. L’intreccio peculiare di questi tre fattori fa dell’Italia un laboratorio avanzato a livello globale e rende prioritario un nuovo approccio di policy, basato su investimenti mirati, innovazione nelle Life Sciences e sviluppo inclusivo e sostenibile. Ed è questa l’indicazione emersa dall’evento “FUTURE – Economia, Longevità e Salute. “L’aumento della popolazione in età anziana è un aspetto positivo della nostra società. Tuttavia – spiega Alessandro Rosina, Professore Ordinario di Demografia e Statistica Sociale, Università Cattolica del Sacro Cuore – questo incremento è accentuato anche dalla diminuzione della natalità che porterà ad una diminuzione delle persone in età lavorativa. Si creeranno, dunque, degli squilibri all’interno della società che pone i Paesi, compreso il nostro, di fronte a sfide importanti, in primis far in modo che gli anziani restino attivi il più a lungo possibile, anche grazie all’impiego delle nuove tecnologie”.
In Italia la speranza di vita nel 2024 ha raggiunto gli 81,4 anni per gli uomini e 85,5 per le donne. Tuttavia, questo straordinario traguardo demografico convive con un rapido e profondo processo di invecchiamento della popolazione. Secondo i dati Istat, al 1° gennaio 2025 l’età media degli italiani è pari a 46,8 anni, mentre il numero di over 65 ha raggiunto i 14,5 milioni (24,7% della popolazione). Entro il 2050, l’età media supererà i 50 anni e un terzo della popolazione avrà più di 65 anni, mentre il rapporto tra popolazione in età attiva e non attiva scenderà da 3:2 a 1:1. Questa dinamica determinerà un profondo squilibrio tra generazioni, con effetti diretti su produttività, sostenibilità dei sistemi previdenziali, domanda di assistenza e servizi sanitari. Inoltre l’invecchiamento comporta costi sanitari più elevati. Secondo il Rapporto Meridiano Sanità di TEHA, le persone di età superiore ai 65 anni, sebbene rappresentino circa il 25% della popolazione italiana, assorbono circa il 60% della spesa sanitaria nazionale, un dato che potrebbe salire ulteriormente nei prossimi decenni, considerando l’incremento della speranza di vita e l’aumento dei casi di malattie croniche.
Alla luce di queste sfide, il rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) rappresenta una priorità per garantire la sostenibilità del sistema sanitario italiano. L’investimento in prevenzione, innovazione tecnologica e ricerca scientifica emerge come la risposta più efficace per affrontare le sfide future. “In uno scenario globale attraversato da forti tensioni geopolitiche, instabilità finanziaria e rallentamento della crescita, l’Italia si trova ad affrontare una sfida strutturale: l’invecchiamento della popolazione. Questo fenomeno non ha solo implicazioni sociali, ma profonde ricadute sul piano economico che mettono sotto pressione il sistema produttivo e riducono la base fiscale necessaria a sostenere i servizi pubblici essenziali, primo fra tutti il Servizio Sanitario Nazionale – aggiunge il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano –. In questo contesto, è fondamentale adottare politiche economiche che riconoscano nella salute un volano di sviluppo, coesione e competitività”.
La promozione di stili di vita sani e tutte le attività di prevenzione sono elementi essenziali per garantire un invecchiamento in buona salute, limitando l’insorgenza delle malattie e riducendo l’impatto sulla sostenibilità dei sistemi sanitari. Interventi di prevenzione, come l’adozione di alimentazione equilibrata, esercizio fisico regolare, immunizzazione e screening per malattie croniche, possono migliorare la qualità della vita, riducendo la pressione sul sistema sanitario e creando valore anche per il sistema economico. “Affrontare la longevità richiede un approccio integrato che consideri insieme salute, economia e benessere sociale. La salute è un pilastro per il benessere dei cittadini e per la crescita del Paese – aggiunge il Sottosegretario al Ministero della Salute Marcello Gemmato – . Investire nella salute in ogni fase della vita significa migliorare la salute e la qualità della vita delle persone, ridurre i costi legati alle malattie e consentire una migliore sostenibilità del sistema. Prevenzione e innovazione sono leve fondamentali per affrontare le sfide future e garantire un sistema più efficiente e accessibile.”
Per affrontare la sfida della longevità e rispondere in modo efficace alle sfide del cambiamento in un quadro economico difficile, di instabilità e incertezza, è fondamentale che venga riconosciuto il ruolo strategico del settore delle Life Sciences per la competitività del Paese. Il settore delle Life Sciences è al centro di un ecosistema che favorisce la ricerca e l’innovazione, migliorando non solo la salute della popolazione, ma anche la produttività e l’occupazione. È necessario, tuttavia, potenziare l’attrattività del Paese per nuovi investimenti, migliorando le politiche fiscali e semplificando la burocrazia, per consolidare il ruolo dell’Italia come leader nel campo della salute e dell’innovazione in Europa e nel mondo. “L’Italia sta attraversando una fase cruciale per ripensare il proprio modello di sviluppo e affrontare le grandi sfide legate alla longevità. In questo contesto, l’elaborazione del nuovo Libro Bianco della politica industriale rappresenta un’opportunità strategica per riconoscere il valore del settore delle Life Sciences come leva per la crescita del Paese – conclude Özgür Yaziyurt, Country President, Pfizer Italia – “Pfizer è parte integrante di questo ecosistema: con oltre 2.300 occupati, investimenti in costante crescita e un impegno solido nella ricerca clinica, vogliamo contribuire non solo al miglioramento della salute delle persone, ma anche allo sviluppo di un’economia della conoscenza e dell’innovazione”.
Di Isabella Faggiano