
“Sareste sorpresi se sapeste quanti antinfiammatori prendo”, dichiara Richard Gasquet, un francese che ha avuto molti infortuni nella sua carriera e figura al 15° posto nel ranking mondiale. “Ne prendo molti. Non durante gli allenamenti, ma prima delle partite. Non vorrei farlo, ma a volte non ho scelta”. Alcuni esperti ritengono che assumere troppi antidolorifici produca l’effetto di rallentare il processo di ripresa dopo un infortunio, provocando danni nel lungo termine.”Per quanto riguarda i farmaci antinfiammatori non steroidei, le persone dovrebbero assumerli il meno possibile e nella minore quantità possibile”, afferma Eric Matteson, consulente presso il reparto di reumatologia della Mayo Clinic di Rochester.”Le preoccupazioni circa l’uso prolungato riguardano il rischio di sviluppare insufficienza renale, ipertensione e ulcere gastriche”.
L’associazione mondiale del tennis femminile,la WTA, distribuisce informazioni dettagliate alle atlete per informarle circa i pericoli di un uso eccessivo, mentre l’associazione maschile, l’ATP, dichiara che i suoi medici prescrivono antinfiammatori solo “quando indicati per il trattamento di un infortunio”. Andy Murray, che cercherà di aggiungere lo U.S. Open alle vittorie a Wimbledon e alle Olimpiadi, è uno dei tennisti più attenti a non esagerare con questi farmaci. “Assumo antinfiammatori solo di tanto in tanto se ho problemi con schiena o anche”, ha affermato. Jo-Wilfried Tsonga, due volte semifinalista a Wimbledon, è sulla stressa linea.“Li prendo solo se gioco una semifinale o una finale se ho qualcosa che non va e non voglio sentire alcun dolore. Altrimenti, non le prendo proprio”.
Fonte: Reuters Health
Simon Cambers
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
