
Lo studio
Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno prima esaminato i dati relativi a 784 pazienti ricoverati con emorragia intracerebrale tra il 1994 e il 2012. E in questa coorte, hanno esaminato i risultati NCCT positivi per ipodensità; poi hanno replicato i loro risultati in 245 pazienti ricoverati con emorragia intracerebrale tra il 2013 e il 2015. Si è così determinata l’associazione tra ipodensità ed espansione dell’ematoma (> 6 cm3 – 33% del volume di base) utilizzando una analisi di regressione logistica multivariata dopo il controllo per altre variabili associate all’espansione dell’ematoma.
I risultati
Complessivamente, 321 pazienti (31,2%) avevano avuto scansioni NCCT che mostravano zone ipodense al basale: tra questi 222 (28,3%) nella coorte di sviluppo e 99 (40,4%) nella coorte della replica (kappa = 0,87). In particolare, zone di ipodensità sono state trovate in 86 su 163 pazienti con un’espansione dell’ematoma vs 136 di 621 pazienti senza espansione dell’ematoma (52,8% vs 21,9%; p <0.001). Secondo un’analisi multivariata, l’associazione tra ipodensità e l’espansione dell’ematoma era significativa (odds ratio, 3.42; 95% intervallo di confidenza, 2,21-5,31; p <0.001). Vi sono stai anche altri fattori predittivi indipendenti che deponevano per l’espansione dell’ematoma: uno segno di spot all’angiografia TC, un tempo della TC più breve, l’uso di warfarin e l’età avanzata.
Fonte: JAMA Neurol 2016
Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
