
Lo studio
Lo studio è stato condotto attraverso test genetici, questionari e analisi fatte su 991 pazienti con melanoma e 800 persone sane. I casi di scottature da sole e i danni della pelle provocati dall’esposizione solare sono stati presi in considerazione come variabili. Mentre è stata analizzata la sequenza del gene di MC1R per capire se erano presenti delle varianti.
Dall’analisi dei dati è emerso che, paragonati ai portatori del gene normale, chi aveva due o più varianti di MC1R era a rischio più elevato di melanoma, dopo aver ‘aggiustato’ i dati, considerando eventuali danni alla pelle, l’età e il sesso. E l’associazione è rimasta significativa anche per diverse combinazioni delle varianti. Un aumento significativo del rischio di melanoma è stato anche osservato con varianti del gene di MC1R e diversi tipi e gradi di severità dei danni alla pelle, specialmente a livello del viso, della nuca, del collo e delle mani.
Secondo David Fisher. Direttore del Melanoma Program al Massachusetts General Hospital Cancer Center di Boston, “un punto chiave dello studio è che c’è un rischio di melanoma nelle persone con la pelle poco pigmentata, anche quando l’esposizione al sole è minima. Questo include anche le parti della pelle non direttamente esposte ai raggi ultravioletti”. “Lesioni sospette della pelle devono essere valutate prontamente perché la rimozione precoce aumenta la possibilità di guarigione. In ogni caso, anche se l’esposizione ai raggi UV sembra indipendente, è importante utilizzare la protezione solare ed esporsi al sole in modo coscienzioso. Un’idea futuristica – ha spiegato – sarebbe quella di sviluppare agenti che convertono la melanina da giallo/rossa a marrone/nera, dal momento che la melanina più scura sembrerebbe più protettiva contro il cancro della pelle. Ma questo approccio non è al momento disponibile”.
Fonte: JAMA Dermatology
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
