
Lo studio
All’interno dell’apparato riproduttivo maschile, gli spermatozoi hanno una capacità di movimento limitata, non sufficiente a spingerli verso l’ovulo una volta che entrano nell’apparato riproduttivo femminile. Per iniziare il loro viaggio, devono essere infatti ‘attivati’ da un ormone, il progesterone, che viene rilasciato dall’ovocita. La molecola cui si attacca il progesterone è il recettore di una proteina, l’enzima ABHD2, che si trova sulla membrana esterna degli spermatozoi.
Migliaia di questi recettori si trovano sulla superficie della coda degli spermatozoi, e vengono attivati quando si avvicinano all’ovulo, innescando una cascata di cambiamenti, che rendono la coda dello spermatozoo veloce come una frusta, dandogli l’energia necessaria a penetrare nelle cellule che proteggono l’ovulo. Ciò significa che sviluppando delle molecole che bloccano questo enzima si può sviluppare un contraccettivo ‘unisex’, da usare nelle donne e negli uomini. Al contrario, potenziando l’enzima, si possono sviluppare nuove terapie per l’infertilità maschile causata da spermatozoi poco mobili.
