
Le evidenze
La revisione ha preso in considerazione 37 studi randomizzati e controllati che testavano le riparazioni di prolasso con le reti su un totale di 4.023 donne. Complessivamente, la recidiva del prolasso è stata inferiore del 60% con l’utilizzo delle reti. “In altre parole – osservano i ricercatori – se il 38% delle donne ha avuto una recidiva dopo la riparazione con tessuti naturali, solo una percentuale compresa tra l’ 11 e il 20% avrebbe avuto una recidiva dopo la riparazione con le reti artificiali. Tuttavia queste ultime incontravano maggiori possibilità di avere l’incontinenza, di avere reti esposte e di avere altri problemi, come le lesioni alla vescica, e avevano anche maggiori probabilità di doversi sottoporre ad un altro intervento chirurgico. Maher ha anche rilevato l’importanza di informare le donne sulle opzioni d’intervento e sulle eventuali conseguenze. Ha poi aggiunto che i medici “dovrebbero attendere i dati comparativi sulle innovazioni introdotte in questi tipi d’intervento per assicurarsi che siano stati pienamente valutati prima dell’introduzione nei vari percorsi di trattamento”. Inoltre, “le donne dovrebbero essere prudenti” nella scelta di trattamenti innovativi che siano adeguati alle loro condizioni individuali. Un altro ricercatore, John Gebhart urologo e ginecologo della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota ha aggiunto che nei prossimi due anni, sarà probabilmente disponibile un maggior numero di dati sull’impiego delle reti artificiali, poiché saranno completati gli studi ordinati dalla FDA. Comunque è necessario che i pazienti abbiano piena consapevolezza sui progressi raggiunti in queste procedure e che si consultino spesso col medico per acquisire le informazioni aggiornate sui vantaggi e gli svantaggi di tali interventi chirurgici.
Fonte: Cochrane Library 2016
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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