
Il futuro
La sfida più grande è applicare queste tecnologie contro il cancro: gli scienziati stanno lavorando a dei vettori, delle micro-capsule capaci di funzionare da veicolo per i farmaci e di guidarli sul bersaglio voluto. “Questi vettori – spiegano i ricercatori della Bicocca – hanno una grandezza che va dai 20 ai 500 miliardesimi di metro, e si adattano sia ai tradizionali chemioterapici sia ai farmaci biologici”. Raggiunta la giusta destinazione, occorre però che il vettore superi le barriere biologiche delle cellule malate. “La ricerca è attualmente concentrata sui sistemi di riconoscimento della ‘fermata’ giusta, sui metodi per aprire le ‘porte’ delle cellule e sulle chiavi per superare le diverse barriere”.
In Europa, hanno spiegato gli esperti, sono più di 500 le piccole e medie imprese che operano nella nanomedicina, 150 negli Stati Uniti. Attualmente sono 49 i nanofarmaci presenti sul mercato, per un valore di circa 100-130 miliardi di dollari. Sul fronte della sperimentazione sono più di 230 i nanofarmaci attualmente testati sull’uomo, il 30% dei quali sono terapie per il cancro. “La nanomedicina – ha concluso il rettore della Bicocca, Cristina Messa – è uno dei campi nei quali eccelle il sistema della ricerca di Milano e della Lombardia. Sistema che può e deve dare un contributo a questo importante tassello lo sviluppo di una medicina di precisione”.
