Tumore della prostata: nuovo farmaco da un batterio marino

Se trattato nella fase iniziale, il tumore della prostata potrebbe essere sconfitto con un trattamento laser e un farmaco derivato da una sostanza estratta da un batterio marino. Ad affermarlo è uno studio apparso su Lancet.

La sostanza, che si ottiene da un batterio che vive nelle profondità marine, viene iniettata nel sangue e, in seguito, una fibra ottica viene inserita nella prostata inondandola di luce laser rossa. Una volta attivata, la sostanza uccide le cellule tumorali lasciando intatte quelle sane. Nei test in 47 ospedali in diversi paesi d’Europa su oltre 400 pazienti il trattamento ha portato alla remissione completa del tumore nel 50% dei casi, con effetti collaterali sulla continenza urinaria e sulla capacità sessuale che sono durati appena due mesi.

Solo il 6% delle persone trattate ha avuto bisogno in seguito dell’asportazione della prostata, mentre in un gruppo di controllo la percentuale è stata del 30%. La tecnica, spiega Mark Emberton dell’University College di Londra, uno degli autori dell’articolo, può trasformare il modo con cui si tratta il tumore. “Tradizionalmente la decisione se intervenire o no è sempre stata un bilanciamento tra i benefici e i possibili danni, soprattutto l’incontinenza e le difficoltà sessuali. Avere un trattamento che è virtualmente libero da questi effetti collaterali è veramente una trasformazione, paragonabile a quando si è capito che bastava asportare il linfonodo e non l’intera mammella nel tumore al seno”.

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