Tumore del testicolo: per la diagnosi precoce essenziale l’auto-palpazione

Come accade per il tumore del seno per le donne, anche per gli uomini l’auto-palpazione potrebbe aiutare a scovare precocemente il tumore del testicolo. La diagnosi precoce infatti può fare la differenza nel contrasto a questo tumore, raro, ma che nella sua rarità è uno dei più diffusi tra i giovani maschi, dai 20 ai 50 anni, per il quale la prognosi è generalmente ottima, 9 casi su 10 guariscono.

A fare il punto della situazione è Lucia Fratino, del Dipartimento di oncologia medica del Cro di Aviano. “L’esordio più tipico è il riscontro di un nodulo o di una tumefazione, un gonfiore, un aumento di volume, un senso di pesantezza del testicolo, ma paradossalmente a volte può sembrare anche più piccolo, oppure leggermente retratto – spiega Fratino – spesso i ragazzi tendono a sottovalutare questi segni o sintomi per pudore o attribuendoli, ed è anche possibile che lo sia, a un’infiammazione. E’ molto importante però educarli all’auto-palpazione. Molto spesso i tumori che insorgono negli uomini vengono diagnosticati dopo perché sono meno propensi a esternare questi problemi”.

“Fino a qualche anno fa – aggiunge – il primo momento in cui si faceva diagnosi era il servizio di leva militare. Ora non c’è più il servizio di leva obbligatorio e quindi è possibile che l’ insorgenza di questi tumori sia misconosciuta e si vada dal medico in un momento in cui la malattia è in stadio un po’ più avanzato. Le speranze di guarigione sono molto alte per questo non bisogna avere paura – rileva Fratino – è bene fare la diagnosi il prima possibile anche perché i trattamenti sono efficacissimi sia in stadi precoci, con un piccolo o importante intervento chirurgico, sia nel caso in cui la malattia sia in stadio più avanzato, con l’interessamento di qualche linfonodo, grazie a una chemioterapia che risulta molto efficace la guarigione è altissima. Parliamo del 90 95% per cento, in Friuli Venezia Giulia si arriva al 96% ed oltre. Il riferimento è al trattamento di prima linea, cioè le prime terapie che si fanno”.

“Se poi anche dovesse esserci un residuo di malattia o ci si dovesse trovare in quel ristretto numero di casi in cui la malattia si ripresenta – osserva – anche in quel caso le terapie possono portare una guarigione completa. una neoplasia molto ben curabile”. Chirurgia, chemioterapia e radioterapia sono le tre armi secondo l’oncologa,con cui si ottengono livelli molto alti di controllo della malattia, cioè di guarigione. “Per alcuni rari casi di malattia, molto resistente, si fanno delle terapie intensive come il trapianto di midollo o cellule staminali che hanno poi un’ottima risposta – evidenzia Fratino – questo tipo di trattamenti sono soddisfacenti. La ricerca è ovviamente sempre in moto per cui si valutano altre opzioni per le piccole percentuali di malattie resistenti a queste forme di trattamento, che sono rare e particolari”.

Trattandosi di un tumore dell’età fertile maschile la preservazione della fertilità è un altro tema importante. “Per tutte le forme di tumore che colpiscono le persone in età fertile sia maschi che femmine, per i quali è previsto un trattamento che potenzialmente può portare infertilità, proponiamo sempre la crio – preservazione degli ovuli o del seme – aggiunge l’oncologa – ogni struttura ha un centro di riferimento, prepariamo noi la strada”. Anche sui possibili effetti, i ‘segni’ che la malattia può lasciare nel tempo, si può intervenire molto bene.

“Il trattamento chirurgico porta via il testicolo, ma ci sono le protesi che hanno un successo estetico notevole – conclude Fratino – per quanto riguarda la chemio, invece, col dosaggio previsto ora per questi tumori a lungo termine effetti collaterali non se ne osservano, se e quando è necessario fare la radioterapia è sempre possibile invece qualche effetto a lungo e medio termine, ma abbiamo il monitoraggio di questi ragazzi e giovani uomini, è previsto un protocollo di controllo assiduo che è un po’ più frequente nei primi anni, poi è dilazionato nel tempo”.

“Una forma di controllo comunque c’è sempre, anche perché chi ha avuto un tumore al testicolo potrebbe avere, in una percentuale bassa, un piccolo rischio in più di avere una forma tumorale anche all’altro”, conclude. Sotto i riflettori, per la prevenzione, anche i bambini che hanno la ritenzione del testicolo, che hanno il testicolo che non è disceso durante l’evoluzione, che devono essere controllati perché c’è un piccolo rischio in più di avere un tumore del testicolo da ragazzi.

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