
La ricerca
“Ogni cellula, sia essa sana o malata – spiega Pasquale Sansone, coordinatore dello studio, ricercatore al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center e alla Weill Cornell Medical School – contiene al suo interno due genomi distinti: uno è racchiuso nel nucleo, l’altro è presente nei mitocondri, le centrali energetiche della cellula. Con la nostra ricerca siamo riusciti per la prima volta a identificare la presenza del secondo tipo di Dna, quello mitocondriale, anche all’interno delle nanovescicole”.
Secondo lo studio, sono quindi queste nanovescicole cariche di Dna mitocondriale che, muovendosi attraverso l’organismo, trasferiscono il loro Dna all’interno delle cellule dormienti del tumore, favorendone il risveglio. “Le cellule tumorali dormienti – chiarisce Giuseppe Gasparre, docente di Genetica Medica all’Università di Bologna e coautore dello studio – mantengono di norma un basso profilo metabolico, dovuto o favorito da una diminuita funzione mitocondriale. Con il trasferimento di un mtDNA più efficiente in arrivo da cellule non tumorali, questa funzione mitocondriale verrebbe però ‘risvegliata’ scatenando così il processo metastatico e riavviando il tumore”.
