
Lo studio
Il team di ricercatori guidato da Mitchell ha intervistato 487 donne che si erano sottoposte a un intervento di lumpectomia, che consiste nella resezione di un grumo dal seno, di mastectomia o a entrambe le procedure. Solo il 47% delle pazienti che sono andate incontro a lumpectomia, il 67% di quelle sottoposte a mastectomia e il 28% delle pazienti sulle quali sono stati eseguiti entrambi questi interventi hanno dichiarato di sentirsi informate in modo completo prima dell’intervento chirurgico. Inoltre, una “decisione affrettata” è stata giudicata quella presa dal 35% delle pazienti sottoposte a lumpectomia, dal 31% di quelle sottoposte a mastectomia e dal 22% di quelle sottoposte a entrambe le procedure. “Una diagnosi di cancro al seno può sembrare un’emergenza agli occhi della paziente – spiega Mitchell – Ma c’è in realtà un tempo più che sufficiente per considerare le diverse opzioni di trattamento, dal momento che i tassi di sopravvivenza sono molto alti per questa forma di tumore in fase iniziale”.
Informazioni attendibili e chiare
Il Journal of the American College of Surgeon ha pubblicato anche uno studio separato, che ha offerto alle donne un modo per aiutarle a scegliere tra le diverse opzioni terapeutiche. In questa ricerca, gli scienziati hanno preso in considerazione 227 donne con una nuova diagnosi di tumore del seno e le hanno invitate a usare uno strumento online per informarsi, leggendo materiali informativi redatti dall’American Cancer Society e dal National Cancer Institute. Tutte le pazienti hanno partecipato allo studio prima di affrontare la prima visita chirurgica. Con questo aiuto, metà delle donne hanno totalizzato un punteggio tra 80 e 100 nei test sulla conoscenza di tumore del seno e sulle possibilità di trattamento, contro un punteggio medio di 66 tra le donne che consultavano altri siti web. Allo stesso tempo, il 72% delle donne che ha usato lo strumento online ha riconosciuto di poter aspettare alcune settimane per fare la scelta, senza compromettere la probabilità di sopravvivenza, contro il 54% delle altre pazienti.
Fonte: Journal of the American College of Surgeon
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
