Trauma cranico. MicroRNA nella saliva predice sintomi prolungati

(Reuters Health) – In seguito a un trauma cranico, cambiamenti nell’espressione del microRNA (miRNA) a livello della saliva aiuterebbero a predire la durata dei sintomi della commozione cerebrale tra i pazienti più giovani. È quanto avrebbe dimostrato uno studio prospettico coordinato da Steven Hocks, del Pennsylvania State College of Medicine a Hershey, e pubblicato su JAMA Pediatrics.

La premessa
Generalmente, nei bambini i sintomi della commozione cerebrale si risolvono entro 2 settimane, ma in un terzo di questi giovani pazienti, i sintomi possono prolungarsi e non ci sono, attualmente, strumenti per identificare chi è a rischio.

Lo studio
Hicks e colleghi hanno valutato con accuratezza i livelli di microRNA nella saliva su 52 partecipanti di età media di 14 anni. Di questi, 22 mostravano solo sintomi acuti, mentre 30 avevano sintomi prolungati. Quasi la metà aveva subìto un precedente trauma cranico. I bambini che sviluppavano sintomi prolungati avevano punteggi più alti di gravità dei sintomi, ma il numero totale di questi eventi non differiva tra i bambini con sintomi prolungati e quelli che avevano sintomi solo in acuto.

I risultati
Dei 15 miRNA attraverso i quali era possibile distinguere bambini con sintomi in acuto e quelli con sintomi prolungati, i cambiamenti a livello di miR-320-c1 sarebbero stati associati a sintomi come “ho problemi a ricordare ciò che le persone mi hanno detto”, mentre cambiamenti a livello di miR-629 erano associati con il mal di testa e cambiamenti a livello di let-7b-5p erano associati con “mi sento molto stanco”. Così, un modello basato sui cinque principali miRNA avrebbe avuto l’80% di sensibilità e il 75% di specificità nel predire che i sintomi si sarebbero prolungati, con una precisione complessiva superiore a quella determinata con il punteggio Sport Concussion Assessment Tool (SCAT3).

Un semplice tampone alla saliva per sapere quando “tornare a giocare”
Hicks, che aveva precedentemente dimostrato che un miR-320c era modificato a livello della saliva e del liquido cerebrospinale nei bambini che subivano un trauma cranico, e ha dichiarato che “idealmente, un semplice tampone di saliva potrebbe essere usato per prevedere quanto a lungo si manifesteranno i sintomi e quando un bambino potrà tornare a giocare o alle attività scolastiche”. E anche se l’esame è costoso, Hicks auspica che, con i progressi in questo campo, “il costo scenderà”. Secondo William Meehan del Boston Children’s Hospital in Massachusetts, “se convalidato da studi più ampi, l’analisi del microRNA a livello della saliva potrebbe essere usato per diagnosticare i casi dubbi di commozione cerebrale, monitorare il recupero e stimarne la durata”. Ma oltre al potenziale uso clinico, secondo l’esperto “questi risultati potrebbero fornire informazioni su ciò che accade a livello cerebrale durante un trauma e nel recupero”, ha concluso.

Fonte: JAMA Pediatrics
di Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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