“Te lo dice la pelle”. Al via la campagna nazionale di screening sul carcinoma squamocellulare cutaneo

Visite dermatologiche di screening gratuite in 15 centri ospedalieri e universitari in tutta Italia. Parte “Te lo dice la pelle”, la campagna nazionale di sensibilizzazione e di screening sul carcinoma squamocellulare cutaneo, una malattia ancora poco conosciuta che rappresenta il 20% dei tumori cutanei non-melanoma. Sarà possibile accedere alla visita nei weekend tra maggio e giugno e solo tramite prenotazione.

Promossa dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) con il patrocinio di APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma) e CIA-Agricoltori italiani e realizzata grazie al contributo incondizionato di Sanofi Genzyme, l’iniziativa vuole porre l’attenzione su questo specifico tumore maligno della pelle che, secondo i dati più recenti, viene diagnosticato ogni anno a circa 19.000 pazienti. Ma questa è solo una stima: in mancanza di un registro nazionale sulla malattia, non è infatti possibile avere un numero preciso di casi ma si evidenzia un’incidenza crescente.

Il carcinoma squamocellulare cutaneo (cSCC) si origina dalla proliferazione di cheratinociti dello strato squamoso dell’epidermide. Si può manifestare come un’escoriazione o un’ulcera che sanguina, senza cicatrizzare, o come un nodulo rosso con una crosta centrale, che può sanguinare spontaneamente o in seguito a grattamento.

La lesione, localizzata in sedi fotoesposte come, ad esempio, il volto e il dorso delle mani, può essere dolorosa, crescere nel tempo e non guarisce spontaneamente, né dopo l’applicazione di creme antibiotiche o cortisoniche. Questa patologia interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne, di età superiore ai 50 anni, con fototipo chiaro.

“Il carcinoma squamocellulare cutaneo (cSCC) è un tumore che si presenta soprattutto in età avanzata in seguita all’esposizione prolungata e costante ai raggi solari”, ha precisato infatti Ketty Peris, presidente di SIDeMaST. “Nella maggioranza dei casi – aggiunge –  le sedi coinvolte sono infatti il volto, il collo, il cuoio capelluto nei soggetti calvi, le orecchie e gli avambracci”.

L’esposizione solare eccessiva, l’uso di lampade abbronzanti e la fototerapia rappresentano i fattori di rischio più importanti, come anche l’esposizione cronica ad agenti chimici tossici (e.g. arsenico), la presenza di ferite croniche, ulcere e cicatrici, uno stato di immunosoppressione, l’assunzione di alcuni farmaci ed alcune malattie genetiche.

“Il cSCC è poco conosciuto ma può essere particolarmente aggressivo. La diagnosi precoce è quindi fondamentale per ridurre la mortalità di questo particolare tumore cutaneo non melanoma che, dopo il carcinoma basocellulare, è il secondo per frequenza e il primo per mortalità”, ha concluso Peris.

Se diagnosticato per tempo e nelle forme precoci, infatti, l’asportazione chirurgica è risolutiva e porta alla regressione e alla guarigione nel 95% dei casi.  Quando però viene diagnosticato in maniera tardiva il cSCC può raggiungere dimensioni troppo ampie e portare allo sviluppo di metastasi diventando avanzato. Per questi pazienti o per i pazienti non candidabili ad operazioni chirurgiche o a radioterapia la sopravvivenza media senza altri tipi di cure è di circa 12 mesi.

La prevenzione è quindi uno strumento fondamentale per contrastare questa patologia. “Il carcinoma squamocellulare cutaneo è un tumore che nella sua fase avanzata è molto invasivo e potenzialmente deturpante. Oggi abbiamo a disposizione una metodica non invasiva, che permette allo specialista di riconoscerlo in una fase precoce così che possa essere guarito attraverso un approccio chirurgico”, ha dichiarato Monica Forchetta, presidente di APaIM. Quindi, aggiunge, “per questo motivo è fondamentale sottoporsi a una visita dermatologica, per poter intervenire in maniera tempestiva e scongiurare gli effetti devastanti che esso comporta. La visita dermatologica è la prima arma che abbiamo per sconfiggerlo”.

“Il patrocinio della nostra organizzazione a questa campagna di sensibilizzazione è molto sentito e voluto”, ha aggiunto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino. “Come categoria siamo particolarmente esposti al rischio di questo tipo di tumore, legato all’esposizione prolungata e continua ai raggi solari, che è scontata e naturale per chi lavora la terra e coltiva i campi”. Per questo, ha proseguito Scanavino, “da grandi a piccole azioni, anche il mondo agricolo vuole avere un ruolo chiave nell’importante campagna ‘Te lo dice la pelle’ per sensibilizzare a corretti stili di vita e, soprattutto, alle diagnosi precoce”. Oggi più che mai, “occorre alzare il livello di attenzione sul ruolo della prevenzione come stile di vita. Serve un cambio di mentalità, investendo nella salute, ovvero nella medicina diagnostica, territoriale e terapeutica – ha concluso il presidente Cia – Possiamo fare moltissimo per scongiurare i rischi e vivere meglio”.

Il calendario dell’iniziativa
Le visite si svolgeranno sabato 22 maggio, sabato 29 maggio e sabato 19 giugno, esclusivamente su prenotazione contattando il numero 345 7686815 dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00.

Le tappe della Campagna
Sabato 22 Maggio: Roma, Napoli, Ortona
Sabato 29 Maggio: Brescia, Bologna, Firenze, Siena, Roma, L’Aquila, Catania, Cagliari
Sabato 19 Giugno: Trieste, Milano
Mercoledì 30 Giugno: Bari

Al fine di tutelare la salute dei pazienti e del personale medico delle strutture ospedaliere, tutte le visite saranno effettuate in totale sicurezza, in ottemperanza alle misure di prevenzione igienico-sanitarie legate all’emergenza Covid-19.

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