TBC: rischio più elevato nelle persone con infezione latente

(Reuters Health) – Chi riceve un test positivo alla tubercolosi (Tbc) ha un alto rischio di sviluppare la malattia, specialmente se appartiene a gruppi a elevato rischio. È quanto emerge da uno studio canadese, condotto da Jonathon R. Campbell della McGill University di Montreal.

Il test cutaneo alla tubercolina (Tst) o il test di rilascio dell’interferone-gamma (Igra) sono comunemente usati per valutare l’infezione da tubercolosi latente, ma solo poche persone tra coloro che risultano positivi sviluppano successivamente la tubercolosi attiva.

Lo studio
Campbell e colleghi hanno studiato il rischio assoluto di sviluppare la tubercolosi attiva tra diverse popolazioni di persone non trattate positive a un Tst, un Igra, o a entrambi, in una revisione sistematica e una meta-analisi di 122 studi.

Negli studi condotti su campioni non infetti da Hiv nella popolazione generale, l’incidenza della tubercolosi è stata dello 0,3 per 1.000 persone/anno per quelli con un indurimento dermico Tst di 10 mm o superiore.

Tra le popolazioni esposte alla tubercolosi, l’incidenza della malattia è stata di 8,4 per 1.000 persone/anno per quelle con un Tst di 5 mm o superiore, e 17 per 1.000 persone/anno per quelle con un risultato positivo di Igra.

Questi tassi sono rispettivamente 28 e 56 volte più alti dell’incidenza nella popolazione generale.

Tra le persone che convivono con l’Hiv, l’incidenza cumulativa di tubercolosi su un follow-up medio di 2,9 anni è stata del 7,1% per quelli con un Tst di 5 mm o superiore, e del 5,1% per quelli con un risultato Igra positivo.

Il rischio di tubercolosi tra le popolazioni con altre condizioni che influenzano l’immunità (silicosi, dialisi, pazienti sottoposti a trapianto e persone che assumono farmaci immunosoppressori) è stata più variabile, ma sempre più elevata rispetto alla popolazione generale.

Anche i carcerati, i nuovi immigrati e i rifugiati con test positivi avevano alti tassi di progressione verso la tubercolosi attiva.

“Sia il test cutaneo alla tubercolina che il test di rilascio dell’interferone-gamma sono esami utili per identificare le persone ad aumentato rischio di tubercolosi – conclude Campbell – C’è stato un grande allontanamento dal test cutaneo alla tubercolina, ma il nostro studio dimostra che è ancora un esame utile”.

Fonte: BMJ
Will Boggs
(Versione Quotidiano Sanità/Popular Science)

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