
Le tartarughe sono tra i vertebrati più antichi del pianeta: comparse circa 250 milioni di anni fa, hanno mantenuto inalterata gran parte della loro struttura anatomica, pur sviluppando adattamenti specifici alle diverse condizioni ambientali in cui vivono.
Per capire cosa è accaduto nella loro testa nel corso dell’evoluzione, i ricercatori hanno esaminato i più antichi fossili di tartarughe dotate di guscio, appartenute alla specie Proganochelys quenstedti e vissute in zone corrispondenti all’attuale Germania, circa 210 milioni di anni fa. Il loro cervello è stato riprodotto digitalmente al computer dopo aver esaminato due scatole craniche con l’aiuto della tomografia computerizzata: i dati così ottenuti sono stati poi confrontati con quelli relativi alle tartarughe moderne.
“I risultati dimostrano che le più antiche tartarughe dotate di guscio avevano una struttura cerebrale molto semplice“, spiega il coordinatore dello studio, Stephan Lautenschlager. “La vista e l’udito probabilmente non erano molto buoni, mentre l’olfatto era moderatamente sviluppato”.
“Confrontando la ricostruzione digitale del loro cervello con quello delle tartarughe moderne – aggiunge Gabriel Ferreira dell’Università di San Paolo in Brasile – possiamo dimostrare che le prime tartarughe con un guscio completo vivevano molto probabilmente sulle terra ferma e non in acqua o in rifugi sotterranei. Solo in seguito hanno esplorato questi diversi habitat”.
