
“Durante lo studio – spiega il ricercatore pisano, Matteo Bianchi – è stata ricostruita un’illusione tattile: i partecipanti dovevano muovere il loro dito su una superficie con delle linee increspate, cercando di spostarsi in linea retta (senza utilizzare la visione in quanto bendati) o verso un bersaglio visibile soltanto in una realtà virtuale riprodotta mediante un dispositivo indossabile. Secondo il nostro modello matematico, la direzione di moto rilevata dal tatto e quindi dalla deformazione della pelle viene influenzata dall’orientamento delle creste”.
Le applicazioni che derivano dalla ricerca, aggiunge Antonio Bicchi dell’Iit e dell’Ateneo pisano, “sono molto interessanti in diversi campi: lo studio è infatti fondamentale per lo sviluppo di una nuova generazione di tecnologie legate al senso del tatto, che utilizzano la matematica come strumento di modellazione e sintesi, con implicazioni in ambito tecnologico e industriale principalmente legate a dispositivi di realtà virtuale e aumentata in grado di fornire un’esperienza immersiva e realistica per esempio per processi di progettazione di prototipi, modellizzazione e ispezione da remoto”. Ma sono importanti anche le ricadute nell’ambito medico perché si possono sviluppare test clinici più sensibili, in grado di effettuare diagnosi precoci di diverse malattie neurologiche che sono associate a una diminuzione della capacita’ di movimento e sensibilità tattile.
