Stress: parlare a noi stessi in terza persona aiuta a gestirlo

Stress, gioia, rabbia, tristezza sono tutte emozioni non sempre facili da gestire e non sempre basta una corsa immersi nella natura o una seduta a meditazione. Spesso infatti ci accorgiamo che sono le emozioni ad avere la meglio su di noi, ma potrebbe esserci un nuovo modo per controllarle: parlare con noi stessi in terza persona. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Scientific Reports.

Lo studio
I ricercatori dell’Università Statale del Michigan hanno invitato 37 persone a guardare immagini toccanti (ad esempio un uomo che punta una pistola alla testa) e immagini neutre. Mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata utilizzando un elettroencefalografo, i partecipanti dovevano riferire in prima persona (“cosa sto guardando?”) e in terza (“cosa sta guardando il partecipante all’esperimento?”) quello che stavano vedendo.

Il team ha notato che usare la terza persona ha ridotto immediatamente l’attività cerebrale dei partecipanti attraverso meccanismi neurali che sono noti per essere coinvolti nella regolazione emotiva. Nel secondo esperimento, 52 persone sono state invitate a ricordare esperienze emozionalmente difficili del loro passato sia parlandone in prima che in terza persona.

La loro attività cerebrale è stata monitorata con risonanza magnetica funzionale e ha evidenziato una diminuzione dell’attività nella corteccia prefrontale mediale, zona coinvolta nell’elaborazione di memorie emozionali autobiografiche dolorose. Ciò ha confermato che parlare con se stessi in terza persona può essere un modo semplice e poco costoso per ridurre le emozioni negative sul momento. “Sembra aiutare le persone a guadagnare un po’ di distanza psicologica dalla loro esperienze, cosa che può essere utile per regolare le emozioni”, commenta l’autore principale Jason Moser.

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