
La ricerca
Il team guidato da Anna Liscia, ordinario di Fisiologia dell’Ateneo del capoluogo sardo, si è avvalso della collaborazione di diversi centri di ricerca. “Lo studio è stato effettuato con l’impiego del moscerino della frutta, la Drosophila melanogaster – spiega Liscia – che, grazie alla comune presenza di geni e a una simile organizzazione e modalità cellulare di funzionamento col sistema nervoso umano, costituisce un potente modello traslazionale per lo studio delle basi biologiche di malattie neurodegenerative attualmente senza cure quali la Sla”. Possibili sviluppi. “In accordo con i clinici coautori dell’articolo questi risultati – annuncia la docente – potrebbero aprire nuove strade nell’affrontare trattamenti
alternativi di questa e di altre malattie simili”.
