
Lo studio
Il gruppo di studio ha intervistato più di 2.000 medici degli Stati Uniti aderenti a tutte le specialità. I medici, reclutati da un database di AMA, hanno completato le indagini rispondendo ad un questionario inviato per posta, nel periodo tra ottobre 2014 e maggio 2015. I partecipanti hanno valutato il loro livello di burnout su una scala da 1 a 5, con punteggi di 1 e 2 che indicano sintomi di burnout. I medici hanno risposto anche a domande vero/falso per valutare se consideravano la loro professione come una vocazione, ad esempio, se avessero un forte desiderio di impegnarsi per tutta la vita a fare questo lavoro. Si è così dapprima evidenziato che le risposte inerenti la medicina come “una vocazione” erano molto variabili. Oltre il 93% dei medici hanno trovato il loro lavoro gratificante, mentre solo il 44% ha detto che avrebbero continuato il loro lavoro senza retribuzione, se non avessero avuto bisogno di soldi. Va detto che i medici con prevalenti sintomi di burnout, erano anche più propensi a rispondere “falso” alle domande sul fatto che consideravano il loro lavoro come una vocazione. Per esempio, tra i medici che non presentavano sintomi di burnout che hanno goduto del loro lavoro, il 93% ha detto che avrebbe scelto ancora una volta la stessa vita lavorativa, mentre meno di un terzo dei medici nella categoria più insoddisfatta ha detto lo stesso. I medici con il massimo grado di burnout avevano probabilità molto scarse di considerare gratificante il loro lavoro, o come una delle cose più importanti nella loro vita e come qualcosa che stesse migliorando la loro posizione nel mondo. “Il significato del lavoro nell’assistenza sanitaria sta cambiando drammaticamente, nel bene e nel male, e così i cambiamenti influiscono su come i medici vedono il loro lavoro ogni giorno e quindi sulla loro identità nel lavoro”, ha osservato Kao. Un cambiamento comune è, per esempio, che i medici sono sempre più sopraffatti dagli impegni burocratici e di ufficio, nella loro professione, il che può influenzare la percezione del proprio lavoro, ha aggiunto. “Avere dei medici che vedono il loro lavoro con un senso di vocazione, non è importante solo per i medici, ma è altrettanto importante, se non più importante ,per i pazienti che devono curare” – ha concluso Kao.
Fonte: Mayo Clin Proc 2017
Madeline Kennedy
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
