Sindrome di Brugada: modello quantifica rischio di arresto cardiaco

(Reuters Health) – Un nuovo modello di stratificazione del rischio per i pazienti con sindrome di Brugada, basato su quattro fattori di rischio, valuta la possibilità che i pazienti soffrano di aritmie ventricolari/morte cardiaca improvvisa (VA/SCD) e può dare indicazioni sulle necessità di impiantare un defibrillatore cardiaco (ICD).

Il modello, messo a punto da un gruppo di scienziati guidato da Pier Lambiase, dell’University College di Londra, è stato presentato con un articolo sul Journal of the American College of Cardiology: Clinical Electrophysiology.

Lambiase e colleghi hanno valutato il ruolo di 16 marcatori clinici o elettrocardiografici nel predire aritmie ventricolari/morte cardiaca (VA/SCD) improvvisa in 1.100 pazienti con sindrome di Brugada.

Nel corso del follow-up medio di 5,33 anni, 114 pazienti hanno sofferto di VA/SCD (10,3%), con un tasso di eventi annuale dell’1,5%. In particolare, quattro dei 16 fattori di rischio erano associati a un aumento di VA/SCD: sincope di probabile causa aritmica (HR: 3,71), pattern ECG di tipo 1 spontaneo (HR:3,80), ripolarizzazione precoce (HR:3,42) e pattern ECG Brugarda di tipo 1 (HR: 2,33).

Il modello di punteggio a quattro fattori di rischio aveva una sensibilità del 71,2% e una specificità dell’80,2% nel prevedere VA/SCD a cinque anni. Per validarlo, il team americano ha condotto una convalida incrociata fuori campione, con risultati coerenti. Il punteggio può essere calcolato dal grafico e da una tabella presenti nella pubblicazione.

“L’identificazione dei casi ad alto rischio prima di un arresto cardiaco è controversa e volevamo sviluppare un semplice punteggio di rischio”, osserva Lambiase, “Il punteggio consente ai medici di conoscere il rischio di arresto cardiaco a cinque anni in base all’età del paziente, anche per decidere se impiantare o meno un defibrillatore”.

Fonte: Journal of the American College of Cardiology: Clinical Electrophysiology
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

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