
Le cause della cattiva salute
I dolori dell’apparato muscolo-scheletrico (lombosciatalgia, cervicalgia) sono in testa in questa speciale classifica anche in Italia. Seguono la perdita di vista e udito, i disturbi depressivi e anemia da carenza di ferro, cardiopatie, ictus e diabete. Per quanto riguarda le malattie croniche, nel 2015 le otto più diffuse (che colpiscono, ciascuna, oltre una persona su 10) sono state le carie (2,3 miliardi di persone colpite), mal di testa (cefalea tensiva 1,5 miliardi, emicrania 959 milioni), l’anemia da carenza di ferro (1,47 miliardi), perdita di udito (1,2 miliardi),), herpes genitale (846 milioni), miopia e altri problemi di vista (819 milioni) e ascariasi (un parassita intestinale – 762 milioni).
Le principali minacce su scala globale
I principali fattori di rischio per disabilità e morte prematura sono oggi ampiamente legati ai comportamenti individuali; parliamo di obesità, pressione alta, fumo, eccesso di zuccheri nel sangue (iperglicemia). Altri fattori di rischio preponderanti riguardano l’alimentazione: diete troppo ricche di sale, povere di frutta e verdura, pesce, cereali integrali, semi e frutta secca; scelte alimentari che, insieme, causano il 10% della cattiva salute presente a livello globale). Sebbene il vizio del fumo sia calato di un quarto nel mondo, tale comportamento resta sempre tra le prime cinque cause di cattiva salute e fa 6,4 milioni di morti in un anno. Per l’Italia la top ten dei fattori di rischio è rappresentata nell’ordine da: pressione alta, fumo, glicemia alta, sovrappeso e obesita’, colesterolo alto, scarso consumo di cereali integrali, eccessivo consumo di sale, scarsa pratica di attività fisica, inquinamento atmosferico, problemi renali. Tanti i progressi fatti – specie nel Sud del Mondo – contro malattie infettive e igiene (reti idriche e fognarie), ma la malnutrizione e le morti neonatali e in gravidanza restano una piaga ancora da sanare. Infine si rilevano molte discrepanze nei paesi ricchi tra salute ‘attesa’ in base al livello socio demografico del singolo paese e sue performance reali nell’ambito della riduzione di malattie e fattori di rischio.
