
Per lo studio canadese, pubblicato sulla rivista Cortex, sono stati reclutati 66 giovani adulti sani chiamati a completare un sondaggio su quanto e in che modo ricordavano i propri eventi autobiografici. Successivamente i loro cervelli sono stati scansionati in stato di riposo con risonanza magnetica funzionale. Coloro che avevano ricordi autobiografici più dettagliati avevano una più alta connettività tra lobo temporale mediale e regioni della parte posteriore del cervello coinvolte nei processi visivi.
Quelli che ricordavano il passato più per concetti generali, invece, mostravano una maggiore connettività del lobo temporale mediale alle aree della parte anteriore del cervello coinvolta nell’organizzazione e nel ragionamento. Le implicazioni dello studio riguardano anche l’invecchiamento. “Con la demenza senile – spiega l’autore senior Brian Levine, professore di Psicologia all’Università di Toronto – una delle prime cose che si nota è la difficoltà a recuperare i dettagli. E proprio questa perdita di funzionalità potrebbe esser maggiormente percepita da chi ricorda in modo episodico”.
