
Lo studio ha coinvolto 119 persone, e la più alta dose di resveratrolo testata è stata un grammo per bocca due volte al giorno, equivalente alla quantità che è possibile trovare in circa 1.000 bottiglie di vino rosso. I pazienti trattati con dosi crescenti di resveratrolo più di 12 mesi hanno mostrato o un lieve cambiamento o nessun cambiamento nei livelli di amiloide-beta40 (Abeta40) nel sangue e nel liquido cerebrospinale. Al contrario, quelli trattati con un placebo hanno avuto una diminuzione dei livelli di Abeta40 rispetto all’inizio dello studio.
Dalla ricerca è emerso anche che il resveratrolo risultava abbastanza ben tollerato e sicuro e un altro effetto osservato è stato la perdita di peso nei pazienti che lo avevano assunto, al contrario di quelli del gruppo di controllo che invece avevano mostrato un aumento del peso.
“Data la sicurezza e l’andamento positivo di questo studio di fase 2, un grande studio di fase 3 è garantito per verificare se il resveratrolo sia efficace per le persone con Alzheimer o a rischio di svilupparlo”, spiega Scott Turner del Georgetown University Medical Center, che avverte anche che questi risultati non vanno interpretati per raccomandare il resveratrolo.
Lucia Limiti
