
L’iperfiltrazione glomerulare è riconosciuta come un marker di disfunzione vascolare in condizioni ad alto rischio come diabete, sindrome metabolica e ipertensione ed è legata all’aumento degli eventi cardiovascolari in queste condizioni. Non è noto se sia anche associata a disfunzione vascolare anormale in soggetti apparentemente sani.
Lo studio
Goupil e colleghi hanno utilizzato i dati di follow-up longitudinale dei partecipanti allo studio CARTaGENE per caratterizzare il rischio cardiovascolare in soggetti sani con iperfiltrazione glomerulare, definita come iperfiltrazione glomerulare superiore al 95° percentile, rispetto a iperfiltrazione glomerulare normale (tra il 25° e il 75° percentile dopo la stratificazione per età e sesso).
Gli eventi cardiovascolari, target primario della ricerca, comprendevano mortalità cardiovascolare, infarto del miocardio, angina instabile, insufficienza cardiaca che richiedeva ricovero ospedaliero, ictus e attacco ischemico transitorio.
I risultati
Durante un follow-up mediano di 70 mesi, l’incidenza di eventi cardiovascolari è stata significativamente più alta nel gruppo con iperfiltrazione glomerulare (13,2 eventi per 100 persone-anno) rispetto al gruppo di controllo con iperfiltrazione glomerulare normale (7,7 eventi per 100 persone-anno).
Nelle analisi di regressione di Cox, l’ iperfiltrazione glomerulare è stata associata a un rischio maggiore dell’88% di eventi cardiovascolari.
Questa condizione è rimasta associata in modo significativo a eventi cardiovascolari anche dopo la stratificazione per età, sesso, razza, stato di fumo attivo e obesità.
L’associazione tra percentili di iperfiltrazione glomerulare stimati e rischio di eventi cardiovascolari è stata non lineare, con un rischio progressivamente più elevato associato a iperfiltrazione glomerulare stimato superiore al 75° percentile.
Pur avendo un profilo emodinamico e metabolico più favorevole e un minor carico di comorbilità al basale, gli individui sani con iperfiltrazione glomerulare hanno mostrato un rischio di eventi cardiovascolari simile a quello dei partecipanti a CARTaGENE con malattia renale cronica in stadio 3a.
Fonte:JAMA Network Open
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
