
Tutti i principali visori sul mercato, ricorda il sito, hanno un’indicazione della casa produttrice che sconsiglia l’uso ai minori di 12-13 anni. Gli unici test condotti finora hanno dimostrato che nei topi i neuroni associati all’apprendimento spaziale si comportano in maniera molto diversa negli ambienti virtuali, con metà di quelli coinvolti normalmente attivi che si spengono.
“La scarsità di informazioni di sicurezza e le nostre conoscenze sulla neuroplasticità, dei bambini, cioè sulla capacità di riorganizzarsi delle connessioni cerebrali – precisa Marientina Gotsis, che dirige il Creative Media & Behavioral Health Center – non mi fanno raccomandare il dispositivo per i più piccoli”.
A preoccupare gli esperti sono anche i possibili problemi di visione. I dispositivi creano l’illusione della profondità facendo vedere ad ogni occhio un’immagine leggermente diversa, e questo porta a una sequenza di movimento per mettere a fuoco che è molto diversa da quella normale, con possibili conseguenze simili a quelle viste per gli occhiali 3D.
