Rapporto Prevenzione 2015: il valore per la sanità pubblica

signorelliInvestighiamo insieme con Carlo Signorelli, Presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), qual è il valore del Rapporto Prevenzione 2015 della Fondazione Smith Kline per la sanità pubblica.

Qual è il significato del Rapporto Prevenzione 2015?
Siamo ormai giunti alla quinta edizione di questa importante opera di verifica e di proposte per migliorare la situazione in Italia. Penso che questo strumento ci possa permettere di migliorare i Dipartimenti, anche in termini di rafforzamento sia organizzativo che “politico” ed istituzionale, consentendo la massima partecipazione da parte degli operatori dei Dipartimenti italiani. Il tutto, attraverso l’utilizzo di strumenti di valutazione qualitativa e di rilevazione quantitativa di tutte le attività di prevenzione svolte nel Sistema sanitario Nazionale.

Quali sono le sfide che il Rapporto Prevenzione potrebbe aiutare a vincere?
Lo strumento rappresenta un valido supporto per contribuire a colmare diverse lacune: la mancanza di una “anagrafe” istituzionale della prevenzione italiana, di modalità di governance condivise al suo interno, di modelli organizzativi comuni, di momenti stabili di confronto. Per quanto riguarda i Dipartimenti, poi, va sottolineato che non si tratta di un lavoro sperimentale che tenda a convalidare o disconfermare delle tesi, quanto una descrizione di uno stato di fatto. Il Rapporto non è quindi un lavoro accademico di ricerca pura, quanto piuttosto il tentativo di fondare sulla conoscenza della realtà dei Dipartimenti un forte stimolo al loro miglioramento.

Ad esempio?
Una delle sfide che l’OIP, l’Osservatorio Italiano sulle attività di Prevenzione,  propone è certamente una sfida comunicativa che affronti la carenza di iniziative che portino l’esigenza e i vantaggi della prevenzione all’attenzione della collettività e dei decisori. Occorrerebbe dunque anzitutto far sapere ancor meglio che i Dipartimenti esistono, cosa fanno, cosa ottengono; quali sono i loro bisogni, quali le loro potenzialità, come si inseriscono nel sistema meritorio di protezione della salute su cui si fonda l’esistenza stessa di una società civile.

Quali sono gli obiettivi, in conclusione, per migliorare l’immagine della prevenzione?
Penso sia fondamentale un complessivo rilancio – sia d’immagine, sia culturale, sia politico – della prevenzione. I risultati e le attività dell’Osservatorio possono forse fornire un contributo anche attraverso la realizzazione di un documento di consenso su questi temi e, a partire dal 2016, per arrivare a costruire il prossimo Rapporto Prevenzione. Ciò anche in coerenza con il Piano Nazionale di Prevenzione vigente che, pur lasciando autonomia alle Regioni nel definire le proprie rispettive organizzazioni, investe il Dipartimento di prevenzione nel ruolo di regia sia delle funzioni di erogazione diretta delle prestazioni sia di governance degli interventi non erogati direttamente costruendo e sviluppando una rete di collegamento tra i diversi stakeholders.

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