
Lo studio
In particolare, spiega una nota dell’ateneo pisano, “i ricercatori hanno indagato le reazioni di difesa che la quinoa, una pianta sempre più utilizzata per le preziose qualità nutrizionali e nutraceutiche dei suoi semi, mette in atto per rispondere a dosi elevate di raggi ultravioletti di tipo B”.
Lo studio ha quindi messo in luce gli adattamenti metabolici e fisiologici grazie ai quali la quinoa riesce a rallentare i processi degenerativi (diretti e indiretti) tipici dello stress da raggi ultravioletti e che le garantiscono una sopravvivenza più lunga rispetto ad altre analoghe specie erbacee.
“La comprensione di queste caratteristiche – conclude Lorenzo Guglielminetti, coordinatore della ricerca – non riveste solo un interesse scientifico, ma apre anche scenari applicativi per il miglioramento genetico di altre colture agrarie in risposta allo stress da raggi ultravioletti”.
