
Lo studio
I ricercatori hanno coinvolto 88 studenti della Michigan State University chiedendo loro di completare diversi compiti al computer. Durante questi esercizi, i ragazzi venivano continuamente avvisati di non premere il tasto ‘esc’ della tastiera, perché avrebbero perso tutti i dati. I partecipanti sono stati invitati poi a tornare la sera, sette giorni dopo, per rispondere ad altre domande. Metà degli studenti si sono quindi addormentati per 8 ore, mentre i restanti sono stati lasciati svegli tutta la notte. Al mattino, ai partecipanti allo studio è stato dato un foglio che descriveva le attività svolte nella prima sessione della ricerca, sette giorni prima. Uno studente su due, il 50% di quelli che non avevano dormito, ha risposto in modo errato alla domanda se aveva premuto il tasto ‘esc’, contro il 18% di risposte false avute tra i partecipanti che avevano riposato. Successivamente, agli studenti che si erano inizialmente rifiutati di rispondere, è stato chiesto di nuovo di farlo. In questo caso, il numero di false confessioni tra chi non aveva dormito è salito al 68%, contro il 39% degli studenti ‘riposati’. I ricercatori hanno inoltre evidenziato che gli studenti che avevano dichiarato di essere più stanchi e quelli più impulsivi, erano più propensi a sbagliare risposta. Per essere più sicuri del risultato, poi, gli autori dello studio hanno anche valutato la comprensione del testo dato agli studenti, sulla descrizione delle attività.
Berkowitz ha comunque sottolineato che lo studio si è limitato a indagare sulle false confessioni e nulla può dire, invece, riguardo alla confessione della verità da parte di persone che vengono private del sonno. Inoltre, gli stessi ricercatori ammettono la differenza tra dire erroneamente di aver premuto il tasto ‘esc’ e ammettere un crimine, ma spiegano di aver avuto dei limiti etici.
Fonte: PNAS 2016
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
