
Conservati in formaldeide e nascosti in comuni contenitori di plastica nel seminterrato dell’ospedale, alcuni dei cervelli sono ancora completamente intatti e altri sono stati sezionati in pezzi. Gli scienziati dicono che i cervelli ‘più anziani’ sono i più interessanti perché ‘testimoni’ di malattie che non sono state trattate con i farmaci moderni. Utilizzando metodi sviluppati più di recente, i ricercatori possono vedere quali processi molecolari si sono verificati e confrontarli con i cervelli sani. “E’ possibile andare a verificare in situ quali proteine sono attive in determinate fasi di una malattia – spiega Morrens – Questo contribuirà veramente alla nostra comprensione di ciò che sta succedendo nel cervello”. I primi risultati di questa ricerca saranno disponibili entro la fine dell’anno.
di Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
