
Il quadro emerso
Nel complesso, solo il 17% di queste opzioni era in accordo con le condizioni delle linee guida, per la frequenza degli incontri di persona o per gli appuntamenti per un esame clinico. La maggior parte dei programmi includeva specifici cambiamenti nella dieta, ma non dava informazioni su quale tipo di abitudini alimentari i partecipanti avrebbero dovuto adottare. Poco più della metà dei programmi ha stimolato i partecipanti a tenere un diario delle abitudini alimentari e dell’attività fisica praticata. Per quanto riguarda quest’ultima, solo il 3% dei programmi includeva il minimo raccomandato di 150 minuti a settimana tra attività fisica da moderata a intensa. Inoltre, il 34% dei programmi è risultato favorevole all’uso di integratori per la perdita di peso, che spesso non sono certificati scientificamente per la sicurezza o l’efficacia, e solo il 15% dei programmi riferiva di consigliare farmaci dimagranti approvati dalla FDA. “A causa della limitata dimensione geografica dello studio, è difficile dire quanto i risultati potrebbero riflettere ciò che può succedere negli Stati Uniti, in particolare nelle comunità rurali. Questa analisi è stata limitata alla valutazione di programmi che includevano la presenza della persona interessata, per cui i risultati non sono applicabili alle alternative presentate esclusivamente via Internet o via telefono. In ogni caso, anche a queste condizioni, i risultati dell’analisi suggeriscono che i consumatori dovrebbero fare bene i loro calcoli prima di spendere del denaro per un programma dietetico”
Fonte: Obesity online 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
