Pinzette acustiche scovano cellule tumorali nel sangue

Christine Daniloff/MIT
Christine Daniloff/MIT

‘Pinzette’ acustiche precise e delicate sono capaci di scovare le cellule tumorali nel sangue separandole dalle altre cellule circolanti: in questo modo possono accelelare i tempi per la diagnosi aiutando a prevedere l’eventuale diffusione della malattia nell’organismo. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston in collaborazione con l’università della Pennsylvania e la Carnegie Mellon University di Pittsburgh.

Il meccanismo di separazione cellulare
La separazione delle cellule avviene in un dispositivo grande quanto uno smartphone, che all’interno ha un microscopico tunnel in cui viene posto il campione di cellule da analizzare. Queste vengono investite da due onde sonore che giungono dai due lati del tunnel correndo con un’angolazione leggermente diversa. Grazie alla pressione generata dalle due onde, le cellule si separano in base alle loro caratteristiche fisiche, come la grandezza e la densità. La pressione acustica agisce molto delicatamente in una frazione di secondo, senza minare l’integrità delle cellule: un notevole passo avanti rispetto ai tradizionali metodi di separazione, basati su centrifughe che ruotano per 3.000 giri al minuto o su tecniche di tipo biochimico che marcano le cellule, alterandole.

Le prospettive per la diagnosi precoce
I primi test di laboratorio dimostrano che le pinzette acustiche sono capaci di separare le cellule tumorali (come quelle del tumore della mammella) con un’accuratezza del 71%. Ora i ricercatori stanno preparando nuovi esperimenti per applicare la tecnica su campioni di sangue prelevati da malati di cancro: questa sarà una prova non facile, visto che in un millimetro di sangue le cellule tumorali crcolanti sono rarissime. Il buon esito di queste prove potrà aprire nuove prospettive per la diagnosi dei tumori: le pinzette acustiche potrebbero infatti accelerare i tempi per arrivare alla diagnosi, nonché aiutare a predire la diffusione di eventuali metastasi nell’organismo.

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