Paralisi: nuove protesi biocompatibili

Paralisi

Gli scienziati dell’EPFL sono riusciti a restituire la mobilità  ad un gruppo di topi utilizzando una combinazione di stimoli elettrici e chimici, anche se l’applicazione di questo metodo agli esseri umani richiederebbe impianti multifunzionali che potrebbero essere installati per lunghi periodi di tempo sul midollo spinale senza causare alcun danno tissutale. Ecco perché è stato sviluppato l’impianto E-Dura, creato specificamente per essere inserito sulla superficie del cervello o del midollo spinale.

Questo piccolo apparecchio imita molto da vicino le proprietà meccaniche del tessuto vivente e può rilasciare simultaneamente impulsi elettrici e sostanze farmacologiche, riducendo in modo drastico il rischio di rigetto e di danno a carico del midollo spinale. I cosiddetti “impianti di superficie” hanno imboccato un vicolo cieco: non possono essere applicati a lungo termine al midollo spinale o al cervello, al di sotto dell’involucro protettivo del sistema nervoso noto come dura madre, in quanto quando i tessuti nervosi si muovono o si stirano, sfregano contro queste strutture rigide. Dopo un po’ di tempo, questa frizione ripetuta causa infiammazioni, cicatrizzazioni e rigetto.

Il nuovo apparecchio invece ha una capacità di deformazione simile a quella del tessuto vivente, il che minimizza le frizioni e le infiammazioni: ciò apre nuove possibilità per i soggetti che sono rimasti paralizzati, specie se in conseguenza di un danno a carico del midollo spinale. La creazione di questo apparecchio ha richiesto la combinazione delle esperienze sviluppate in diversi campi, fra cui scienze dei materiali, elettronica, neuroscienze, medicina e programmazione di algoritmi. Gli altri campi di applicazione dell’E-Dura potrebbero potenzialmente comprendere epilessia, morbo di Parkinson e gestione del dolore. (Science online 205, pubblicato l’8/1)

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