Ostruzione dotto nasolacrimale nei bambini: meglio ritardare l’intervento

(Reuters Health) – La finestra temporale migliore per valutare l’ostruzione congenita del dotto nasolacrimale è tra nove e 15 mesi di età. A suggerirlo è una ricerca pubblicata su JAMA Ophthalmology da un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, guidati da Brian Mohney.

Lo studio
Mohney e colleghi hanno rivisto i dati raccolti in dieci anni su quasi duemila bambini inclusi nel database Rochester Epidemiology Project, ai quali erano stati diagnosticati i sintomi dell’ostruzione congenita del dotto nasolacrimale nel loro primo anno di vita. Nel 47,3% dei neonati, questa condizione si è risolta spontaneamente a tre mesi di età. Percentuale di risoluzioni spontanee che aumentavano con il passare dei mesi, arrivando al 66,4% a sei mesi, al 75,7% a nove mesi e al 78,4% a un anno. ll tasso di risoluzione della patologia è diminuito significativamente nel tempo ed è risultato del 35% più veloce nei bambini sotto il mese di età rispetto a quelli di tre mesi, del 43% più veloce a tre mesi rispetto a sei, e del 39% più veloce a sei mesi rispetto a nove mesi, mentre la differenza non è stata significativa tra nove mesi e un anno.

Fonte: JAMA Ophthalmology
Lorraine Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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