(Reuters Health) – È possibile coltivare in laboratorio sostanze simili a quelle presenti nell’orecchio interno a partire da cellule staminali umane pluripotenti? A questa domanda ha provato a rispondere un gruppo di ricercatori USA con uno studio pubblicato da Nature Biotechnology. Il team – guidato da Karl R. Koehler dell’Indiana University School of Medicine di Indianapolis – è riuscito a mettere a punto sostanze sono state chiamate “organoidi”, che contengono cellule ciliate sensoriali e cellule di supporto. Il gruppo di ricercatori aveva già messo a punto, nel modello murino, una prima generazione di organoidi dell’orecchio interno prodotti da cellule staminali pluripotentii.
La tecnica
Per mettere a punto la seconda generazione di organoidi, il gruppo di Indianapolis ha impiegato un sistema di coltura tridimensionale, in cui le cellule staminali vengono coltivate e trattate con specifiche molecole di segnalazione come TGF, BMP, FGF e WNT, che possono riprodurre i processi chiave coinvolti nello sviluppo dell’orecchio interno umano, inclusa la formazione di oto-vescicole presenti nell’embrione. In circa due mesi queste vescicole sviluppano organoidi dell’orecchio interno dotati di epitelio sensoriale innervato. I ricercatori auspicano che questo sistema di coltura possa fornire strumenti utili per scoprire i meccanismi di sviluppo dell’orecchio interno umano, studiare le malattie genetiche dell’orecchio interno e sviluppare potenziali terapie.
Fonte: Nature Biotechnology
Reuters Staff
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