La Nasa torna sulla Luna: largo ai robot

Conto alla rovescia per il ritorno della Nasa sulla Luna. Questa volta però a calpestare il suolo lunare sarà un robot e solo in seconda battuta l’uomo. A guidare il nuovo salto verso la Luna e poi verso Marte, attraverso il Sistema Solare, sarà Steve Clarke, nuovo amministratore per l’Esplorazione. Nel frattempo mondo scientifico e industrie sono al lavoro per mettere a punto nuove tecnologie per portare sulla Luna strumenti e macchine che prepareranno l’avamposto per futuri equipaggi umani.

Programma Commercial Lunar Payload Services
Il programma, chiamato Clps (Commercial Lunar Payload Services) prevede un’accelerazione di due o tre anni sulla tabella di marcia che finora la Nasa si era data: i primi contratti potranno essere assegnati entro dieci anni a partire dall’inizio del 2019 e il primo robot sulla Luna dovrebbe arrivare non oltre il 31 dicembre 2021.

Accanto alle nuove macchine allo studio, la Nasa prevede di riconsiderare quelle progettate per la missione recentemente cancellata Resource Prospector. Era destinata a scavare le prime miniere sulla Luna allo scopo di prelevare il materiale da utilizzare per costruire future basi per gli equipaggi umani.

La stazione spaziale in orbita lunare
Si lavora contemporaneamente al progetto di una stazione spaziale in orbita lunare, chiamata Lop-G (Lunar Orbital Platform-Gateway) e la cui realizzazione potrebbe prendere il via nel 2022: un progetto internazionale che dovrebbe coinvolgere gli stessi partner dell’attuale Stazione Spaziale Internazionale, ossia le agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa), Russia (Roscosmos), Giappone (Jaxa) e Canada (Csa).

La nuova stazione spaziale “ci darà una presenza strategica nello spazio cislunare”, ha osservato William Gerstenmaier, amministratore della Nasa per l’Esplorazione umana. “Orienterà – ha aggiunto – la nostra attività con i partner commerciali e internazionali e ci aiuterà ad esplorare la Luna e le sue risorse.

Il Deep Space Transport
Si guarda già anche al passo successivo, ossia al veicolo interplanetario chiamato Deep Space Transport (Dst), in grado di trasportare equipaggi umani e considerato un vero e proprio trampolino per l’esplorazione di Marte. Il suo progetto, presentato recentemente, non è stato ancora presentato ufficialmente e al momento si prevede che possa essere costruito a partire dal 2027.

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