Nasce la nuova era dell’acceleratore Lhc: più potente e preciso

Il più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra si prepara ad avere tutte le carte in regola per esplorare la nuova fisica. Maggior potenza e vista ancora più acuta gli permetteranno di scoprire particelle custodi dei segreti dell’Universo.

La nuova versione, dal costo di circa 900 milioni di euro, si chiama HiLumi Lhc (High Luminosity Lhc), ossia Lhc ad alta luminosità, ha preso il via venerdì con la posa della prima pietra, al Cern di Ginevra, ed è già diventato il più grande progetto di fisica dei prossimi 10 anni. “Lhc ad alta luminosità estenderà le capacità dell’acceleratore rispetto alla sua missione iniziale, offrendo nuove opportunità per fare scoperte e per misurare con grande precisione le proprietà di particelle come il bosone di Higgs”, ha detto il direttore generale del Cern, Fabiola Gianotti. Così potenziato, ha aggiunto, l’acceleratore permetterà di “esplorare ancora più profondamente i costituenti fondamentali dell’universo”.

Ad aprire questa nuova pagina della fisica è lo sforzo congiunto di 29 istituti di ricerca di 13 Paesi, fra i quali l’Italia gioca un ruolo di primo piano con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e con l’industria. E’ italiano anche il responsabile del progetto HiLumi Lhc, Lucio Rossi, che ha annunciato la posa della prima pietra nella conferenza stampa organizzata dal Cern: “il conto alla rovescia per il 2026, anno previsto per l’inizio della presa dati ad alta luminosità, è cominciato”.

Il mondo scientifico ne è pienamente consapevole: “molti più eventi saranno prodotti”, ha detto il presidente dell’Infn, Fernando Ferroni. Punto di forza del progetto, ha aggiunto, “sono i magneti basati su una nuova tecnologia superconduttiva che permetterà poi ulteriori passi in avanti e anche nuove applicazioni nel campo della medicina nella risonanza per immagini”.

La tecnica consiste nello ‘strizzare’ i fasci di protoni che scorreranno nell’acceleratore con circa 150 nuovi magneti: alcuni di essi dovranno concentrare i fasci di protoni e altri li piegheranno perché scorrano nell’anello dell’acceleratore, mentre 16 ‘cavità a granchio’ costringeranno i pacchetti di protoni a muoversi lateralmente, come un granchio, sempre per ottenere un maggior numero di collisioni.

Previste inoltre modifiche per rendere la manutenzione più accessibile e lavori di ingegneria civile, come nuovi edifici, pozzi, caverne e gallerie sotterranee, in corrispondenza dei due esperimenti più grandi condotti nell’acceleratore: Cms in territorio svizzero e Atlas in Francia.

credit photo: Grzegorz Czapski / Shutterstock.com

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