
Lo studio
Jean-Nicolas Vauthey e colleghi della University of Texas -Anderson Cancer Center di Houston hanno studiato questi fattori, nel tentativo di stabilire i criteri per considerare l’epatectomia in questo tipo di pazienti. Tra i 524 pazienti inclusi nello studio, il 40,5% aveva RAS mutato, come ha riportato il team su Surgery. Dopo 38 mesi di follow-up, la sopravvivenza mediana complessiva era significativamente migliore per i pazienti con RAS wild-type che per quelli con RAS mutato (72.6 contro 50.9 mesi, p <0.001). All’analisi multivariata, un tumore primario con linfonodi positivi, le piĂą grandi metastasi epatiche maggiori di 3 cm e gli oltre 7 cicli di chemioterapia preoperatoria erano i soli predittori della peggior sopravvivenza globale.
Un numero crescente di questi fattori di rischio sono stati associati con il progressivo peggioramento della sopravvivenza globale mediana, che va da 58 mesi senza fattori di rischio a 21,5 mesi con tutti e tre. “I pazienti con fattori di rischio multipli avevano scarsa sopravvivenza generale dopo la resezione curativa delle metastasi epatiche colonrettali con RAS mutato – concludono i ricercatori – Per questi pazienti, l’epatectomia può rappresentare un’opzione non opportuna e dovrebbero essere considerate terapie alternative o un ulteriore terapia sistemica”.
Fonte: Surgery 2016
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano SanitĂ /Popular Science)
