Malaria. Infettivologi rassicurano: le zanzare italiane non sono in grado di trasmettere la malattia

Per ora è scongiurato il rischio che le zanzare italiane possano trasmettere la malaria. A rassicurare gli italiani sono Massimo Andreoni e Massimo Galli, past president e vicepresidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), sottolineando che al momento non ci sono prove che le zanzare italiane siano in grado di trasmettere la malaria.

“In Italia sono tutt’ora presenti popolazioni di Anopheles labranchiae, che risulterebbero in espansione numerica e geografica – spiegano – Questa specie è stata responsabile fino al dopoguerra di migliaia di casi di malaria da Plasmodium falciparum (il nostro Paese è stato dichiarato libero da malaria solo nel 1970). Non sembra tuttavia che le popolazioni autoctone di Anopheles labranchiae siano ‘competenti’, cioè possano infettarsi con ceppi di Plasmodium falciparum provenienti dall’Africa. In altre parole – proseguono gli esperti – se anche pungessero persone affette da malaria importata, non sarebbero in grado di trasmettere ‘quel’ Plasmodium falciparum ad altre persone. Questo, almeno, fino a prova contraria basata su dati scientifici consistenti”.

Anche sull’ipotesi di una ‘zanzara in valigia’ ci sono delle considerazioni da fare, sottolineano gli esperti. “Le femmine di zanzara anofele, (i maschi non si nutrono di sangue e quindi non trasmettono malaria) vivono in natura da una a due settimane, a seconda delle condizioni di temperatura e umidità – ricordano – Le informazioni sulle distanze che le zanzare di questo genere possono percorrere sono limitate. In alcune specie africane gli spostamenti sarebbero contenuti al di sotto dei due chilometri. Tutte le considerazioni che possono essere fatte sulla malaria da valigia, cioè sulla malaria causata dalla puntura di una zanzara viva importata, devono tenere conto di questi fattori”.

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