
Diversi gli istituti di ricerca che hanno lavorato in sinergia per il raggiungimento di questo risultato, dal Centro per la Nanomedicina e l’Ingegneria dei tessuti (Cnte) all’Istituto Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Fogglia) in collaborazione con l’ospedale Niguarda di Milano, l’UniversitĂ di Milano Bicocca e l’associazione no profit per la ricerca e la cura delle malattie degenerative Revert Onlus.
Il materiale si chiama Sap, che sta per Self Assembling Peptides: è composto da frammenti di proteine capaci di assemblarsi da sole in modo da formare una struttura organizzata. “Avere un materiale come questo significa avere una tecnologia versatile e adattabile ad altri tipi di cellule staminali”, ha detto Gelain. “E’ una piattaforma tecnologia a disposizione della medicina rigenerativa”, ha aggiunto.
Ottimista anche Angelo Vescovi sulle potenzialitĂ del nuovo materiale. “Quando il tessuto del midollo degenera si formano delle cavitĂ nelle quali è impossibile far passare le fibre nervose”, ha spiegato. “L’idea è allora di inserire nelle cavitĂ il nuovo materiale in modo che fornisca un’impalcatura sulla quale far sviluppare le cellule nervose staminali”, ha detto ancora Vescovi. Maturando e moltiplicandosi, le nuove cellule potrebbero ricostruire le fibre nervose e riparare la lesione. Il tessuto tridimensionale che si ottiene in questo modo è quindi composto da neuroni umani maturi e dalle cellule di supporto, chiamate glia.
