Infezioni respiratorie: ritardare gli antibiotici è sicuro ed efficace

(Reuters Health) – Secondo i risultati di un’ampia metanalisi condotta nel Regno Unito e apparsa sul British Medical Journal, per la maggior parte dei soggetti colpiti da infezioni dell’apparato respiratorio, tra cui quelli compresi nei sottogruppi più a rischio, è possibile ritardare l’assunzione di antibiotici.

Gli studi clinici hanno ad oggi indicato che la prescrizione ritardata degli antibiotici per le infezioni dell’apparato respiratorio probabilmente è sicura ed efficace per la maggior parte dei pazienti, ma questi trial non hanno fornito sufficienti informazioni sui sottogruppi. “Questo studio ci ha permesso di mettere insieme quasi tutti i dati degli studi che hanno contribuito alla letteratura esistente. Aggregando i dati di oltre 55.000 pazienti, siamo riusciti a esaminare se vi erano particolari gruppi di pazienti che beneficiavano o erano danneggiati da una prescrizione ritardata”, afferma l’autrice principale, Beth Stuart dell’Università del Southhampton.

L’analisi non ha mostrato differenze nella gravità dei sintomi al follow-up per gli antibiotici ritardati versus somministrati immediatamente o per gli antibiotici ritardati versus la non somministrazione. La durata dei sintomi era leggermente più lunga con gli antibiotici “ritardati” rispetto a quelli somministrati nell’immediato, ma era simile per quelli ritardati confrontati alla non somministrazione.

Le complicazioni che hanno condotto a una degenza ospedaliera o al decesso erano inferiori con gli antibiotici somministrati successivamente rispetto a una mancata somministrazione e alla loro prescrizione immediata. La soddisfazione dei pazienti era maggiore e i tassi di nuovi consulti erano inferiori con la prescrizione ritardata degli antibiotici.

“Ciò che abbiamo rilevato dovrebbe rassicurare pazienti e medici poiché i risultati indicano che la prescrizione ritardata dovrebbe essere sicura ed efficace per la maggior parte dei pazienti, anche quelli considerati a maggior rischio. Pertanto, potrebbe essere un approccio utile alla gestione degli antibiotici e un’alternativa alla prescrizione immediata”, conclude Beth Stuart.

Fonte: The BMJ
Megan Brooks
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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