Incubi ricorrenti: ecco le nuove linee guida per curarli

(Reuters Health) – Sulla base delle linee guida aggiornate di un position paper pubblicato dall’American Academy of Sleep Medcine (AASM), il disturbo da incubi ricorrenti negli adulti risponderebbe a una serie di trattamenti comportamentali, psicologici e farmacologici. Le nuove linee guida, redatte da un team di esperti guidato da Timothy Morgenthaler, della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, sono state pubblicate dal Journal of Clinical Sleep Medicine.

Le nuove linee guida
Sin dalla prima edizione della AASM Best Practice Guide per il trattamento del disturbo da incubi negli adulti, del 2010, numerosi studi hanno valutato diversi approcci terapeutici per questa condizione, che sono stati incorporati nell’aggiornamento 2018 delle linee guida. Nei pazienti con disturbo da incubi ricorrenti, anche associato a disturbo da stress post-traumatico (PTSD), la terapia di ripetizione immaginativa è emersa come l’unico trattamento chiaramente utile per la maggior parte dei pazienti. Si tratta di una forma di terapia cognitivo comportamentale (CBT) che comporta la modifica del contenuto di un incubo creando una nuova serie di immagini positive e provando lo scenario del sogno riscritto per 10-20 minuti al giorno, da svegli. Prove meno evidenti, inoltre, supporterebbero l’uso di CBT, CBT per insonnia, desensibilizzazione del movimento oculare, rilassamento e terapia di recupero per gli incubi associati a PTSD. Anche nei casi di incubi ricorrenti non associati a PTSD, diversi trattamenti sarebbero utili, tra cui CBT, ipnosi, terapia del sogno lucido, rilassamento muscolare profondo progressivo, terapia dinamica del sonno.

I trattamenti farmacologici
Tra i trattamenti farmacologici per gli incubi associati a PTSD, invece, ci sono antipsicotici atipici, clonidina, ciproeptadina, fluvoxamina, gabapentin, nabilone, fenelzina, prazosina, topiramato, trazodone e antidepressivi triciclici, mentre per il disturbo non associato a PTSD, potrebbero essere usati nitrazepam, prazosina e triazolam. Infine, le linee guida sconsigliano l’uso di clonazepam e venlafaxina. Il gruppo non ha volutamente indicato in che ordine vanno scelti questi trattamenti, sottolineando che molto dipende dalle circostanze del paziente, dalle opzioni di trattamento accessibili e dalle risorse disponibili. “Gli incubi ricorrenti colpiscono circa il 4% degli adulti e alterano significativamente la qualità di vita, portano a rifiutare di addormentarsi, che si traduce in insonnia, e aggravano depressione e ansia”, spiega Morgenthaler. “Eppure, una terapia di successo è spesso disponibile e un trattamento efficace riduce insonnia, affaticamento, sonnolenza e variazioni di umore”.

Fonte: Journal of Clinical Sleep Medicine
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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