
La premessa
Generalmente, per il trattamento dell’incontinenza da sforzo, si interviene chirurgicamente applicando un cosiddetto sling mediouretrale, ma molti pazienti non vogliono sottoporsi a un’operazione invasiva, oltre al fatto che tanti, soprattutto i più anziani, sono a maggior rischio di complicanze.
Lo studio
Plotti e colleghi hanno valutato l’efficacia a lungo termine e il tasso di soddisfazione del paziente in uno studio che ha coinvolto 63 pazienti, di età compresa tra 56 e 91 anni, che si erano sottoposti all’impianto di un agente di carica a livello uretrale, per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo. Al follow-up, 15 pazienti, pari al 24%, erano guariti, 12, pari al 19%, erano migliorati, mentre per 36 (il 57%), il trattamento era fallito. In particolare, poi, 11 pazienti avevano o sviluppato nuovi sintomi urinari, di cui otto segnalavano di urgenza di urinare e tre nicturia. Tra i pazienti trattati meno di 7,8 anni prima, infine, il tasso di successo complessivo è stato del 42%, mentre tra quelli trattati da poco è arrivato al 44%. “L’impianto di bulking agents è una procedura non invasiva per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo nei pazienti in cui una procedura più invasiva potrebbe aumentare i rischi di complicanze peri-operatorie”, spiega Plotti . “Con questa tecnica “siamo in grado di trattare l’incontinenza anche nei pazienti più anziani, migliorandone la qualità della vita”.
Fonte: Menopause
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
