
Le particelle di polvere del Sahara sono portatrici di effetti negativi conosciuti come l’aggravamento delle malattie respiratorie e la possibile trasmissione di infezioni batteriche. Oltre alla ridotta visibilità su strade e aeroporti, la riduzione dell’energia fornita dai pannelli solari e l’alterazione del clima attraverso l’intercettazione dei raggi solari prima che raggiungano la Terra.
Meno pubblicizzati sono effetti positivi, come la riduzione della radiazione solare e, con essa, quella dell’intensità degli uragani Atlantici; l’atmosfera viene infatti privata di quell’umidità che nutre l’attività dei cicloni.
Il percorso delle polveri sahariane e delle altre particelle sospese nell’atmosfera (aerosol) è stato tracciato anche dagli esperti della Nasa per capire meglio i processi fisici coinvolti nella formazione degli uragani. Le nuove simulazioni al computer aiutano a migliorare le previsioni atmosferiche, mostrando come interagiscono i fattori che alimentano una tempesta.
