IBD: protezione antinfluenzale anche con singola dose vaccino quadrivalente

(Reuters Health) – Negli adulti che soffrono di malattia infiammatoria intestinale, una singola dose di vaccino influenzale quadrivalente inattivato sarebbe sufficiente a fornire un’adeguata immunogenicità, anche se alcuni immunosoppressori potrebbero ridurre l’effetto. A suggerirlo è una ricerca pubblicata da Inflammatory Bowel Disease. Lo studio è stato guidato da Shimpei Shirai, della Saga University, in Giappone.

Lo studio
I ricercatori hanno preso in considerazione adulti affetti da malattia di Crohn o colite ulcerosa, ai quali  era stata somministrata una singola dose di vaccino quadrivalente o una dose più quella di richiamo. Nel gruppo che riceveva una sola dose, i ricercatori hanno raccolto campioni di siero prima della vaccinazione, quattro settimane dopo e alla fine della stagione influenzale. Nel gruppo che riceveva anche la dose di richiamo, invece, i ricercatori hanno raccolto campioni di siero prima della vaccinazione, quattro settimane dopo la prima dose, quattro settimane dopo la dose di rischiamo e alla fine della stagione influenzale.

Le evidenze
Complessivamente, in un periodo di due mesi, 83 pazienti hanno ricevuto una singola dose e 49 anche quella di richiamo. I ricercatori hanno seguito tutti i pazienti, di cui 53 erano in terapia con immunosoppressori, per circa otto mesi. Dai risultati è emerso che, dopo ciascuna somministrazione del vaccino, è stato raggiunto un grado di immunogenicità in linea con i criteri dell’EMA e la dose di richiamo non avrebbe determinato una risposta aggiuntiva. Tuttavia, nei pazienti in terapia con infliximab, i tassi di seroprotezione e seroconversione sarebbero stati significativamente più bassi tra coloro che avevano concentrazioni dell’immunosoppressore nel siero superiori a 0,1 μg/ml rispetto ai pazienti non trattati con questo farmaco. “Questo studio dmostra che è difficile ottenere l’immunogenicità in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva, specialmente se trattati con infliximab”, spiega Shirai.

I commenti
“La prevalenza di malattia infiammatoria intestinale è in aumento, in particolare tra anziani e bambini”, dice Atilla Ertan, dell’University of Texas McGovern Medical School di Houston. “Questi pazienti con malattia infiammatoria intestinale da moderata a grave sono di solito trattati con immunomodulatori e/o agenti biologici, con conseguente aumento del rischio di infezioni, compresa la polmonite batterica. Per questo a vaccinazione con microorganismi inattivi, come quella contro lo pneumococco, è fondamentale ed è un’immunizzazione standard in tutti i pazienti con malattia infiammatoria intestinale”.

Fonte: Inflammatory Bowel Disease
Lorraine Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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